Parlamento Ue a favore dell’immunità per Ilaria Salis: salva per un voto. 70 i sospetti franchi tiratori. L’eurodeputata: “Siamo tutti antifascisti”
Il parlamento europeo non ha revocato l’immunità per Ilaria Salis. L’eurodeputata di Alleanza Verdi Sinistra è salva per un voto. Nello scrutinio segreto, su 628 votanti, i favorevoli a mantenere l’immunità sono stati 306, i contrari 305, gli astenuti 17. Il Partito popolare europeo ha chiesto di ripetere il voto, per via di un problema tecnico alla scheda dell’eurodeputato del Ppe Markus Ferber, ma l’istanza è stata respinta dalla presidente Roberta Metsola: “Il voto resta”, ha detto.
Lo scorso 23 settembre, anche la Commissione affari giuridici dell’Eurocamera aveva respinto la revoca dell’immunità, con 13 voti contro 12. Ma il voto della Commissione di fine settembre non era definitivo: in questi casi, infatti, la decisione finale spetta all’Aula di Strasburgo. La revoca era stata chiesta dall’Ungheria, che accusa Salis di aver aggredito due neonazisti in occasione della giornata dell’onore, un raduno che commemora il tentativo fallito dei militari del Terzo Reich e dell’esercito ungherese alleato di Adolf Hitler di rompere l’assedio dell’Armata Rossa a Budapest nel 1945. Arrestata l’11 febbraio 2023, ha passato 15 mesi in carcere durante i quali l’Ungheria ha ricevuto molte critiche per condizioni di detenzione in cui versava Salis. È stata poi candidata dall’Alleanza Verdi- Sinistra alle Europee, risultando eletta.
Come era accaduto nella commissione Juri dell’Eurocamera in Plenaria, per il sì all’immunità di Salis è stato decisivo il voto segreto, grazie al quale i franchi tiratori hanno potuto agire in libertà. È convinzione comune all’Eurocamera che i franchi tiratori vadano scovati soprattutto nel Ppe. I sospetti sono 70. Secondo fonti parlamentari, nei calcoli delle ore precedenti al voto, l’eurodeputata si doveva salvare con almeno venti voti scarto. Poi, nella mattina, qualcosa deve essere cambiato: qualche franco tiratore, nel Ppe, ha cambiato idea, e lo scarto si è ridotto a uno. Decisivo è stato quindi il peso degli astenuti – 17 – e quello dei non votanti, oltre novanta.
Uscita dall’aula Salis è stata accolta dall’applauso di alcuni colleghi. “Siamo tutti antifascisti. Questo voto è una vittoria per la democrazia, lo stato di diritto e l’antifascismo. Questa decisione dimostra che la resistenza funziona. Dimostra che quando rappresentanti eletti, attivisti e cittadini difendono insieme i valori democratici, le forze autoritarie possono essere affrontate e sconfitte”, ha dichiarato. “La lotta è tutt’altro che finita – prosegue -. Le minacce permangono e continuare a lottare è essenziale. Tutti gli attivisti antifascisti presi di mira per aver sfidato l’autoritarismo e le forze fasciste devono essere difesi”, conclude.
In mattinata erano arrivate le dichiarazioni Manfred Weber, presidente del gruppo popolare al Parlamento europeo, che aveva chiesto ai suoi di votare per la revoca dell’immunità, perché il “crimine” di cui è accusata Salis è precedente all’inizio del suo mandato. “Come Ppe siamo favorevoli al rispetto dello stato di diritto e quindi al rispetto del regolamento del Parlamento europeo – ha detto -. I nostri consiglieri giuridici ci hanno detto che è giusto revocare l’immunità a Salis perché il suo reato è stato commesso prima del suo mandato. Noi siamo per le regole, non bisogna politicizzare la questione”.
Ma con il voto segreto, qualche “manina” a destra c’è stata, scatenando l’ira di Matteo Salvini: “Anche qualcuno che si dice di centrodestra ha votato per salvare la signora Salis dal processo. Vergogna! Accusata di lesioni aggravate potenzialmente letali e altre condotte criminose in concorso con altri, all’interno di un’organizzazione criminale”, ha scritto il vicepremier e leader della Lega in un post. Dello stesso tenore le dichiarazioni di Nicola Procaccini, europarlamentare di Fratelli d’Italia e capogruppo del gruppo dei Conservatori e dei riformisti europei: “Salis è qui per sfuggire a un processo. Il voto di oggi dimostra che per la sinistra italiana e europea la violenza politica non va perseguita. Gettano la maschera. È una vergogna”. Per la senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli, “il parlamento europeo ha trasformato l’immunità in impunità”.
Esulta invece Avs. “Una bella giornata per chi crede nello Stato di Diritto. Ad Ilaria il nostro più grande abbraccio. Grazie a tutti i parlamentari europei che con il loro voto hanno confermato che il regime di Orban con le sue prevaricazioni non è degno delle democrazie europee”, hanno commentato Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Ilaria Salis, aggiungono, “non ha mai voluto fuggire dal processo, lo ha detto chiaramente, ma un processo deve garantire i diritti della difesa e in Ungheria questo sarebbe stato impossibile”. “Ora Salvini e i suoi amici fascisti di tutta Europa che, schiumando rabbia e livore, in queste ore stanno montando un’altra delle loro intollerabili campagne di odio si diano una calmata: l’Europa è lo spazio dei diritti, delle libertà, della democrazia”, concludono.