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Pedemontana Veneta, la Regione non mantiene gli impegni: condannata a risarcire il Comune di San Zenone

Per 13 anni la giunta veneta ha ignorato un accordo sottoscritto con il Comune in cambio del via libera alla Pedemontana. Dopo una lunga battaglia legale, il Tar accerta l’inadempienza e riconosce al piccolo centro trevigiano il diritto al risarcimento per le opere mai realizzate
Pedemontana Veneta, la Regione non mantiene gli impegni: condannata a risarcire il Comune di San Zenone
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Per tredici anni la Regione Veneto ha ostinatamente rifiutato di dar corso a un impegno che nel 2012 aveva sottoscritto con il Comune di San Zenone degli Ezzelini (Treviso). L’amministrazione locale aveva rinunciato a un contenzioso che avrebbe intralciato e rallentato il progetto della superstrada Pedemontana Veneta, in cambio la giunta del governatore Luca Zaia (all’epoca al primo mandato) avrebbe realizzato una serie di interventi compensativi. Si trattava di una rotonda, un sottopasso, una rettifica della strada provinciale 248 (poi riclassificata in regionale) e di mitigazioni ambientali, con lo scopo di migliorare la viabilità nel comune il cui territorio era interessato alla nuova infrastruttura. Dopo aver vinto al Tar e in Consiglio di Stato, il sindaco Fabio Marin ha dovuto nuovamente rivolgersi al Tar del Veneto per far valere le proprie ragioni. I giudici hanno ora condannato la Regione a risarcire più di 4 milioni di euro, considerando che l’accordo di programma è stato annullato per inadempienza e il Comune ha diritto ad incassare la somma necessaria per realizzare le opere negate.

È stata una battaglia titanica quella che ha visto contrapposto il piccolo Comune trevigiano con l’amministrazione veneziana, essendosi scontrato con un centralismo amministrativo che ha disatteso gli accordi sottoscritti. Il sindaco Marin ha dato notizia della sentenza poche ore dopo averne ricevuto copia dal Tar. I giudici (presidente Grazia Flaim, estensore Marco Rinaldi) hanno censurato in modo severo il comportamento della giunta Zaia e della vicepresidente Elisa De Berti, assessore alle infrastrutture e ai trasporti. “I rimedi della risoluzione dell’accordo di programma per inadempimento e del risarcimento del danno sono applicabili all’ipotesi di violazione ad opera di una delle parti”. In questo caso “l’inadempimento della Regione Veneto risulta documentalmente”, anche perché nel 2024, dopo aver perso le cause amministrative, aveva cercato di scaricare l’onere delle opere sulla Provincia di Treviso.

Uno scaricabarile che non ha convinto il Tar, visto che la Pedemontana Veneta era un’opera regionale e l’accordo per gli interventi di mitigazione era stato sottoscritto dalla Regione Veneto. Anzi, il Comune aveva cercato una soluzione attraverso “un appello alla leale collaborazione tra amministrazioni e l’invito a sedersi ad un tavolo comune per trovare una soluzione condivisa”. La risposta era stata di assoluta chiusura: quelle opere non sarebbero state fatte, né sono state inseriti nella programmazione regionale. L’assessore De Berti aveva risposto al sindaco che “Comune e Provincia possono concorrere secondo le ordinarie procedure per ottenere i contributi regionali”. Conclusione del Tar: “Siamo di fronte a un grave inadempimento, perché manifesta l’intenzione della Regione di non adempiere all’accordo di programma e di non realizzare l’importante opera pubblica prevista”.

Il danno è stato quantificato in 5 milioni e mezzo di euro, da cui va dedotto un milione e 300 mila euro ricevuti dal Comune in questi anni sotto forma di contributi ordinari per opere che San Zenone aveva cominciato a fare da sé.

“Oggi è una giornata storica. – ha dichiarato il sindaco Marin – Abbiamo vinto una battaglia, in cui ci siamo trovati di fronte alla vicepresidente De Berti e al presidente Zaia, che non ci hanno mai ascoltato. Nonostante i nostri diversi tentativi di mediazione, non c’è mai stato un dialogo, solo un muro. Dopo tre sentenze a nostro favore, ci siamo trovati costretti a presentare ricorso, per sanare l’ingiustizia che abbiamo subito”. Il Comune è stato assistito dall’avvocato Stefano Zoccarato. Il sindaco, che fa parte di Forza Italia, partito alleato con la Lega di Zaia a Venezia, ha aggiunto: “La mia è un’emozione mista a rabbia, dalla vicepresidente Berti sono stato etichettato come troppo giovane e inesperto. Mi ha detto che dovevo imparare a leggere le carte. Cosa che invece dovrebbe fare lei, visto che ha procurato alla Regione un debito fuori bilancio di oltre 4 milioni di euro. Da parte di Zaia, c’è stato un atteggiamento pilatesco: si è sempre voltato dall’altra parte”.

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