Flotilla, la commissione di garanzia: “Illegittimo lo sciopero generale del 3 ottobre”. I sindacati: “Andiamo avanti e facciamo ricorso”
“Chi domani parteciperà a uno sciopero dichiarato illegittimo dalla Commissione, ne pagherà personalmente le conseguenze, come previsto dalla legge”. In serata, dopo una giornata convulsa e non priva di colpi scena, fonti del ministero dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini, fanno arrivare un messaggio che suona come una minaccia. Niente precettazione quindi per i lavoratori dei trasporti pubblici che vogliono aderire allo sciopero generale di venerdì 3 ottobre a sostegno della Global Sumud Flotilla e della popolazione civile di Gaza convocato senza preavviso mercoledì sera.
Questo perché la Commissione di garanzia sugli scioperi, riunita in via straordinaria, ha valutato illegittima la proclamazione dell’agitazione. Motivando la decisione in quanto l’astensione sarebbe “in violazione dell’obbligo legale di preavviso” di 10 giorni previsto dalla legge 146 del 1990 per i dipendenti pubblici. Le organizzazioni sindacali hanno confermato la mobilitazione e presenteranno ricorso al giudice del lavoro.
Salvini quindi non disporrà l’obbligo di garantire il servizio o limitare la durata dello sciopero come aveva preannunciato a caldo, mercoledì, sostenendo di voler “evitare che una minoranza irresponsabile influisca sulla vita di milioni di italiani”. L’idea piuttosto è di proporre al consiglio dei ministri una revisione della normativa che oggi prevede, per le organizzazioni sindacali che violano le disposizioni sul preavviso, sanzioni da 2.500 a 50mila euro.
Nel provvedimento il Garante ha definito “inconferente” il richiamo dei sindacati all’articolo 2, comma 7. Quello che consente astensioni senza preavviso “nei casi di difesa dell’ordine costituzionale o di protesta per gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori”. La Cgil in particolare ha giustificato la decisione rilevando che l’abbordaggio delle forze israeliane alle navi della Global Sumud Flotilla è stato “un attacco all’ordine costituzionale che impedisce un’azione umanitaria e di solidarietà verso la popolazione palestinese sottoposta dal governo israeliano ad una vera e propria operazione di genocidio. Un attentato diretto all’incolumità e alla sicurezza di lavoratrici e lavoratori, volontarie e volontari imbarcati”. Secondo il garante quella motivazione non regge. L’Autorità ha inviato un’indicazione immediata alle organizzazioni sindacali, avvertendo che il mancato adeguamento può comportare l’apertura di un procedimento di valutazione del comportamento.
La reazione del sindacato
“Il nostro sciopero è pienamente legittimo“, ha ribadito a RaiNews24 il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, “perché noi l’abbiamo fatto rispettando la legge 146 che prevede che di fronte a violazioni costituzionali, la messa in discussione della salute e sicurezza dei lavoratori c’è la possibilità di fare lo sciopero senza il preavviso. Impugniamo la delibera della Commissione e se questa dovesse comportare verso l’organizzazione sindacale delle sanzioni siamo pronti a impugnare anche quelle”. “Non si stanno rispettando le nostre norme costituzionali”, non sono tutelati “nostri connazionali arrestati in acque libere” da Israele. L’Usb a sua volta ha sottolineato che “l’intervento della Commissione di Garanzia non pregiudica assolutamente lo sciopero”. Salvini dal canto suo fa sapere che “in questa fase delicata non ritiene utili prove di forza e anzi si appella a sindacati, lavoratori e organizzazioni affinché scelgano la responsabilità e il rispetto delle regole”.
Cosa succede in caso di precettazione
In caso di ordinanza di precettazione, come ha ricordato la Usb, la “legge può prevedere una sanzione amministrativa da 500 a 1000 euro per chi sciopera comunque”. Si parla in questo caso del singolo lavoratore. Ma sarebbe un “atto politico gravissimo che abbiamo visto verificarsi raramente”, rimarca il sindacato, che “non intende sottostare a un’ordinanza ingiusta, ma in questo caso rimette la scelta a ciascun lavoratore e lavoratrice”.
Va detto però che c’è un aspetto che dovrebbe consentire a tutti i lavoratori pubblici di aderire comunque allo sciopero. Per venerdì 3 ottobre era già stato proclamato uno sciopero generale “contro il genocidio nella striscia di Gaza” dal sindacato S.I. Cobas, entro i termini di legge: l’astensione era stata comunicata il 18 settembre. La Commissione di Garanzia l’aveva rimodulato escludendo alcuni settori e il sindacato si è adeguato escludendoli dalla proclamazione. Che quindi è pienamente legittima.