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Ultimo aggiornamento: 8:56 del 1 Ottobre

Flotilla, Travaglio smentisce Meloni su La7: “Se Israele sparasse, sarebbe guerra contro l’Italia”

"Israele ha bombardato sei paesi sovrani in questi due anni, è abituato a considerare tutto ciò che colpisce cortile di casa propria. Dov'è il diritto internazionale?"
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Il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, interviene a Otto e mezzo, su La7, per commentare le parole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni contro la missione Global Sumud Flotilla (“la Flotilla non aiuta Gaza, ma è contro il governo. Irresponsabili, vogliono l’escalation).
Travaglio respinge le critiche e difende il diritto dei partecipanti ad agire senza interferenze: “Il governo che dice quello che deve fare la Flotilla, Mattarella pure. La Flotilla è guidata da un gruppo di attivisti che vanno rispettati, che rischiano la pelle, che prendono le loro decisioni e che fin dal primo giorno sapevano a quale rischio andavano incontro. E non perché il diritto internazionale stabilisca che delle navi disarmate che portano viveri debbano dover temere qualcosa. Il diritto internazionale dice che loro non devono temere niente, nel senso che le acque davanti a Gaza non sono acque israeliane“.

Il direttore del Fatto spiega che il rischio della missione è reale, ma riguarda gli abusi di Israele e non il diritto internazionale: “Israele ha bombardato sei paesi sovrani intorno a sé in questi due anni. Dove era il diritto internazionale? Chi gliel’ha fatto mai rispettare? Israele è abituato a considerare tutto ciò dove colpisce cortile di casa propria, comprese le acque antistanti Gaza che non sono sue”.
E ricorda: “Il blocco navale che Israele ha imposto nel 2009 era per bloccare l’afflusso di armi ad Hamas, fermo restando che poi gliele faceva arrivare direttamente Netanyahu insieme ai soldi del Qatar, perché sappiamo benissimo la complicità che c’è stata in questi anni per indebolire l’Autorità Nazionale Palestinese. Ma in ogni caso non c’è un blocco navale che possa giustificare atti di guerra contro delle navi disarmate”.

Travaglio esprime preoccupazione per le possibili azioni violente da parte di Israele, avvertendo che eventuali attacchi non sarebbero giustificati dal diritto internazionale e rappresenterebbero una dichiarazione di guerra contro l’Italia e gli altri paesi coinvolti: “Mi auguro che l’azione che ha annunciato Israele sia quella di scortare le navi verso Israele e poi un fermo simbolico e un rimpatrio. Mi auguro che non gli venga in mente di sparare. Perché se sparano o se fanno danni o se fanno feriti o se fanno morti, non è l’Italia con le sue navi che battono bandiera tricolore a dichiarare guerra a Israele, come ha detto la Meloni. È Israele che dichiara guerra all’Italia e a tutti gli altri paesi le cui bandiere battono queste navi, perché il diritto internazionale non sta dalla parte di Israele”.

Il direttore critica anche la posizione del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha suggerito l’arresto degli attivisti italiani per evitare rischi: “Ha detto che avrebbe firmato se li arrestassero soltanto. E poi ha continuato a chiamare Israele ‘paese amico’. Ora, voi conoscete un paese amico con il quale gli amici non possono parlare? Conoscete un paese amico che non ascolta gli amici? Guardate che le nostre autorità sono così preoccupate per quello che succederà alla Flotilla perché Israele non ha detto al governo italiano e agli altri governi che l’hanno interpellato, tutti amici, che cosa intende fare con loro: se intende sparare, se intende lanciare droni, se intende lanciare missili, se intende speronare. Non ha detto niente”.
E conclude: “Noi abbiamo un paese che chiamiamo amico e che consideriamo talmente feroce da dire che se arresta gli attivisti italiani, firmiamo perché è il meno peggio. Pensa che idea abbiamo di questo amico. Forse dovremmo cominciare a porci il problema se sia il caso di continuare a essere amici di un paese così”.

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