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Ultimo aggiornamento: 20:11 del 1 Ottobre

Gaza, i portuali di Livorno bloccano una nave israeliana. Del Vigo insulta il portavoce Usb su La7: “Megalomani e cretini”

“Pronti a bloccare di nuovo il porto”: l’annuncio del portavoce Usb Livorrno fa infuriare il vicedirettore del Giornale in diretta
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La tensione che da giorni si respira al porto di Livorno è approdata in diretta televisiva negli studi di Tagadà, il talk pomeridiano di La7, che ha ospitato un confronto particolarmente acceso tra Francesco Maria Del Vigo, vicedirettore de Il Giornale, e Giovanni Ceraolo, rappresentante e portavoce Usb del coordinamento dei portuali livornesi.
Sul tavolo, le ragioni della mobilitazione che da inizio settimana vede i lavoratori del porto impegnati in un presidio permanente a sostegno della causa palestinese e contro il genocidio in corso a Gaza.

Collegata dal presidio davanti al varco della Darsena Toscana, l’inviata di Tagadà, Lidia Mancini, ha raccontato i momenti più tesi di una protesta che ha già avuto conseguenze concrete sul traffico marittimo. Al centro della polemica, infatti, il caso della nave Zim Virginia, appartenente a una compagnia israeliana, che ha lasciato il porto di Livorno senza scaricare né caricare le merci previste.
L’imbarcazione, lunga quasi 300 metri e non impegnata nel trasporto di materiali militari, sarebbe dovuta attraccare nella notte del 29 settembre per le operazioni di carico e scarico. Invece, è rimasta in rada per un’intera giornata a causa dello sciopero proclamato dalla Filt Cgil, sostenuto dai portuali e da gruppi come Usb e Gap. I lavoratori, infatti, si sono rifiutati di movimentare le merci, erigendo un presidio già a partire da lunedì.
È un precedente significativo: se in passato le proteste nei porti italiani si erano concentrate soprattutto contro i carichi di armamenti destinati a Israele, per la prima volta un’azione sindacale ha impedito l’operatività di una nave che trasportava merce civile.

In studio, il dibattito si è acceso quando Giovanni Ceraolo ha difeso le ragioni della protesta e ha avvertito che i portuali sono pronti a nuove iniziative di lotta: “Se toccano la Flotilla, noi siamo pronti a ribloccare completamente tutta l’area portuale, così come abbiamo fatto già lunedì scorso in occasione del primo sciopero. Ci sarà un altro sciopero generale, questa volta proclamato senza preavviso nell’immediato. Noi siamo qui già in zona portuale, ogni giorno facciamo manifestazioni e assemblee. Quando sarà il momento, ma ci auguriamo di no, siamo pronti a ribloccare completamente tutto il porto di Livorno.”
E ha aggiunto: “La parola d’ordine da ora in poi sarà: se non lo fa il governo lo facciamo noi. Di fronte a un genocidio, di fronte a dei nostri connazionali a rischio lì sulla Global Sumud Flotilla, abbiamo deciso di attuare dal basso, con i lavoratori portuali ma anche con tutta la cittadinanza, questa sorta di boicottaggio diretto nei confronti di uno Stato che non sta rispettando alcuna regola internazionale. Lo sta dimostrando anche proprio in queste ore, in cui si appresta ad attaccare la Flotilla. Speriamo ovviamente che questo non accada.”

Le parole del sindacalista hanno scatenato la reazione di Francesco Maria Del Vigo, che ha alzato i toni ricorrendo a insulti e offese: “Sono azioni inutili, stupide, a tratti criminali. Io spero che quel signore venga precettato. Non si bloccano le navi, specialmente se non ci sono armi a bordo, ma non si bloccano comunque. Gli scioperi non servono a niente, io non sento Netanyahu spaventarsi per Landini o per l’Usb: fanno solo casino e danni agli italiani. Purtroppo sono manifestazioni del tutto inutili, totalmente inutili. Dire ‘facciamo lo sciopero generale per difendere la Flotilla o contro Netanyahu’, nella migliore delle ipotesi è da megalomani, nella peggiore è da cretini.

Ceraolo ha scelto di glissare sulle offese personali, replicando in modo pacato e fermo: “Innanzitutto lunedì scorso hanno scioperato milioni di lavoratori e lavoratrici, quindi almeno un po’ di rispetto nei confronti di chi ha perso una giornata di lavoro per una causa che noi crediamo non solo giusta ma anche strettamente collegata a quello che succede in Italia. Scioperare per Gaza vuol dire scioperare anche contro il riarmo, contro una politica di un governo che punta verso la guerra, non sui salari, non sui servizi, non sulla sanità.”

Del Vigo ha ribattuto: “A voi interessa più questo governo che Gaza, manifestate contro tutto e niente.”
Il sindacalista ha controreplicato: “No, questo governo non sta prendendo una posizione chiara di fronte a un genocidio. E bene fanno i lavoratori a ribellarsi, a scendere in piazza come hanno fatto sempre storicamente in questo Paese, perché dire che non serve a niente scioperare è la cosa più sbagliata che possiamo sentire in questo momento. Abbiamo messo in campo iniziative che hanno inciso direttamente sull’economia di questo Paese. E per fortuna, direi.”

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