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Ultimo aggiornamento: 9:28 del 30 Settembre

“Beppe, svendi casa tua. È una speculazione edilizia”: la protesta a Palazzo Marino contro la cessione dello stadio Meazza

L'appello, inascoltato, delle organizzazioni fuori da Palazzo Marino
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“Giù le mani dal Meazza!”. È questo l’appello lanciato dalle organizzazioni che si sono radunate all’esterno di Palazzo Marino, a Milano, nel pomeriggio di lunedì 29 settembre, mentre il Consiglio comunale si riuniva per deliberare sulla cessione dell’area di San Siro a Inter e Milan. I cittadini, dunque, sono scesi in piazza per protestare contro l’abbattimento dello storico stadio Meazza, che farà spazio all’operazione immobiliare voluta dai proprietari delle due squadre per costruire “l’ennesimo grande centro commerciale di cui Milano non ha bisogno”, spiegano gli attivisti. “Siamo sempre stati contrari alla vendita perché è una speculazione edilizia – aggiunge Nico Vox, dell’organizzazione politica “Potere al Popolo”, a Ilfattoquotidiano.it -. È un danno ai cittadini milanesi e in particolare a quelli del quartiere di San Siro”.

L’obiettivo della protesta era dunque far sentire la propria voce ed esprimere tutta la propria contrarietà a quella che è stata definita una ‘svendita’ dello stadio ai fondi Oaktree e RedBird, proprietari dei due club. “Perché non vendere Palazzo Marino? – sostiene Piero, attivista di Milano Città Pubblica -. Renderebbe di più di San Siro, che viene venduto a un prezzo praticamente inferiore a quello di qualsiasi top player di Inter e Milan”. Una protesta che però, purtroppo, non ha fermato il piano: nella notte il Consiglio comunale ha dato il via libera alla vendita. La delibera è stata approvata a notte fonda, con 24 sì – tutti della maggioranza -, 20 no e nessun astenuto.

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