
L'azzurro ha sconfitto l'australiano per l'undicesima volta in undici partite in carriera: 6-3, 4-6, 6-2 il finale
Jannik Sinner vince contro Alex De Minaur per l’undicesima volta in undici partite e conquista la finale all’Atp 500 di Pechino, la settima in stagione nonostante i tre mesi di stop per il caso Clostebol. 6-3, 4-6, 6-2 il finale in circa due ore e mezza di partita, con Sinner che ha perso un secondo set (il primo contro l’australiano dopo 21 consecutivi vinti) dove ha avuto qualche problemino fisico, ma ha sperimentato tanto come contro Terence Atmane ai quarti. Nel terzo ha alzato il livello, è tornato al “suo” tennis e nei momenti decisivi è rimasto concentrato, sfruttando con cinismo le occasioni lasciate da De Minaur. Adesso dovrà attendere il vincitore tra Daniil Medvedev e Learner Tien per portare a casa il primo 500 della stagione.
Non è stata una partita semplice per l’azzurro, per più motivi. De Minaur non è a caso il numero otto al mondo: l’australiano ha mostrato ancora una volte buone qualità su cemento, mostrando un tennis regolare (10 non forzati) e buona tecnica. Ma non è stato un match semplice soprattutto perché Sinner, come già fatto contro Cilic, Atmane e Marozsan, ha avvertito qualche problema alla gamba e ha sperimentato nuove soluzioni.
L’aveva annunciato già dopo la finale degli Us Open, l’ha ribadito anche nelle prime conferenze stampa a Pechino: vuole aggiungere qualcosa al suo tennis. Dopo un primo set regolare, nel secondo ha variato un po’: back continui, diverse discese a rete, nuove tattiche con il servizio. Motivo per cui ha concesso parecchio (7 palle break), cedendo per 6-4 al primo set point sul 5-4 e servizio. Nel corso del set l’italiano si è toccato a più riprese la gamba sinistra, avvertendo forse qualche fastidio muscolare.
Nel terzo è invece tornato a essere il Sinner che si conosce: attento, concentrato, che martella da fondo e quasi “soffoca” gli avversari negli scambi. Subito break a zero, poi consolidato fino alla fine del match. Sinner ha avuto anche i crampi nell’ultimo game. L’azzurro ha chiuso con una buona percentuale di prime in campo (70%), ma ha vinto pochi punti con la seconda (solo il 40%), a differenza del suo avversario che al contrario ha faticato con la prima di servizio.