Marquez è campione del mondo, per la nona volta. Domina la stagione con la Ducati e torna a vincere dopo sei anni
Piange per la gioia e per la liberazione Marc Marquez, dietro la visiera del suo casco. Lascia andare la tensione, appoggiandosi al serbatoio della sua moto. La Ducati ufficiale che dopo 2184 giorni lo ha portato di nuovo ad alzare il trofeo più importante. Il fenomeno di Cervera è campione del mondo, di nuovo, per la nona volta, la settima in Moto Gp. Il titolo arriva alla fine di una stagione da dominatore: alla bandiera a scacchi, lo spagnolo è arrivato davanti a tutti per 25 volte. Undici nelle gare lunghe e 14 nelle sprint race. A Motegi, nella gara che gli assegna il titolo, non è servito vincere. Con il suo unico sfidante rimasto in corsa, il fratello Alex Marquez, finito sesto, a Marc basta il secondo posto per essere matematicamente campione, con cinque weekend di gara di anticipo. Davanti a lui arriva il compagno di squadra, Francesco Bagnaia, nonostante il motore fumante della sua moto abbia tenuto tutti con il fiato sospeso negli ultimi giri della corsa. Dopo la pole e la vittoria nella sprint del sabato, il pilota italiano completa il fine settimana perfetto e dà la sensazione di essersi definitivamente ritrovato grazie alle modifiche tecniche accordategli – dopo molte richieste – da Borgo Panigale. Terzo Joan Mir, che nel circuito giapponese di casa riporta la Honda sul podio, capitalizzando il buon lavoro fatto negli ultimi mesi da tutta la squadra di Saitama.
Dal 14° posto del 2023 al trionfo in Ducati
Oltre duemila giorni, molti dei quali di sofferenza fisica, con i quattro interventi chirurgici che ne hanno messo a rischio la carriera, e psicologica. Le ultime stagioni, tra il 2021 e il 2023, con una Honda imbizzarrita e ormai non competitiva, lo hanno relegato al 7°, 13° e 14° posto del motomondiale. Poi l’intuizione di Luigi Dall’Igna, direttore generale di Ducati Corse, che lo ha fortemente voluto prima nel team privato Gresini e poi in quello ufficiale. Contro il parere di molti osservatori, che nel box a fianco di Bagnaia avrebbero preferito il campione del mondo del 2024, Jorge Martin, poi approdato in Aprilia. Ma Dall’Igna, al contrario di molti esperti dalla memoria breve, non si era dimenticato di che cosa potesse fare Marquez su una moto competitiva. E quale mezzo migliore della Ducati ufficiale per tornare a dimostrare di essere il pilota più forte della griglia.
Il campione più “vecchio” del mondo
Nel 2025, nessuno è riuscito davvero a opporsi al generazionale talento di Marquez. Un talento che negli anni si è evoluto. Da affamato e irruento, si è fatto più equilibrato e controllato, ma ugualmente determinato nell’ottenere l’obiettivo principale: fare la storia del motociclismo. Ora, a 32 anni, è il campione del mondo più “vecchio” dell’era Moto Gp, superando Valentino Rossi – eguagliato anche nel numero di titoli mondiali – che il suo ultimo trionfo l’aveva ottenuto a 30 anni. Ma, con questa Ducati, anche il 2026 può diventare terreno di conquista per Marquez. Tutto sta nel capire quanto gli sfidanti riusciranno ad avvicinarsi durante l’inverno.
Uno sguardo al 2026
Il primo tra i possibili sfidanti resta sempre il suo compagno di squadra, Bagnaia. Sia perché condivide con lo spagnolo la moto da battere, ormai da quattro anni. Sia perché il weekend di Motegi ha confermato che, se è a posto, il torinese è un pilota veloce e di talento. Ma fuori da Borgo Panigale c’è chi si candida con forza a essere il terzo incomodo nella lotta per il campionato. Marco Bezzecchi è sempre più convincente con la sua Aprilia. Nonostante la difficoltà di affrontare praticamente l’intera stagione senza il compagno Martin, il riminese ha dimostrato di essere, oltreché uno sviluppatore affidabile, un pilota molto veloce, in grado di battagliare con Marquez. Se la sua crescita rimarrà costante, nel 2026 il motomondiale potrebbe non essere solo una questione Ducati. Anche se scalzare dal trono questo Marquez sembra un’impresa ai limiti dell’impossibile.