Oltre 25mila persone per la Questura, molte di più per gli organizzatori, hanno invaso sabato le strade di Genova per sostenere la Flotilla e chiedere l’apertura di corridoi umanitari a Gaza, l’isolamento di Israele e lo stop al genocidio. Il corteo è partito alle 20.30 dalla sede della ong Music for Peace, che per la Global Sumud Flotilla coordina la missione per portare anche via terra gli aiuti umanitari raccolti nelle scorse settimane, e ha il suo magazzino a pochi passi dai varchi portuali. Proprio in porto, dal terminal Spinelli, si è diffusa la voce che una nave della compagnia israeliana Zim stava caricando dieci container con materiale classificato come pericoloso. Una provocazione, a poche ore dall’assemblea internazionale del coordinamento dei porti contro la guerra che proprio sull’embargo verso Israele chiedeva di convenire, come analogo impegno già preso dal Comune di Genova per quanto di sua competenza. Così un migliaio di persone si sono staccate per qualche ora dal corteo principale per dare manforte al Collettivo Autonomo dei Lavoratori Portuali, che ha indetto uno sciopero a effetto immediato sul carico ottenendo dalla Questura il blocco dei container e la ripartenza della nave israeliana.
Intanto, in piazza De Ferrari, arrivava la testa del corteo con le istituzioni: “Siamo di nuovo qui per chiedere quello che chiedevamo poche settimane fa – scandisce la sindaca Silvia Salis – che venga garantita protezione e supporto reali alla Global Sumud Flotilla, perché vogliamo una Palestina libera e diciamo stop al genocidio, perché le parole sono importanti”. Prima di lei testimonianze in collegamento dalla Palestina e sul palco si alternano diverse realtà che spaziano dall’associazione dei giovani palestinesi d’Italia all’arcivescovo Marco Tasca, che dal palco chiede di non lasciarsi andare alla rassegnazione e continuare a camminare insieme. A fine serata, in una straripante piazza Matteotti, si ricongiungono anche i portuali e le persone che avevano deciso di sostenere il blocco, è evidente la volontà di stare insieme nonostante le differenze nelle forme da dare al proprio sostegno a Gaza: “Abbiamo contribuito a organizzare questa importante manifestazione e ci è spiaciuto doverci dividere, ma diteci voi cos’avremmo dovuto fare? – cerca e trova il consenso della piazza Riccardo Rudino per il Calp – lo rifaremo ancora e ancora se necessario, andiamo avanti insieme”. Dietro al palco applaude e ribadisce il pieno sostegno all’obiezione di coscienza dei portuali al transito di armi l’arcivescovo Tasca: “Un altro mondo è possibile e prima di tutto si costruisce mettendo insieme le differenze, questa è la sfida per arrivare alla pace, poi certo anche le azioni concrete dei nostri portuali danno una mano a questo percorso di pace e contro le guerre”.