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Regionali Marche, alle 19 affluenza al 30,24%: oltre due punti in meno rispetto al 2020. In Valle d’Aosta ha votato il 51%

La partecipazione più alta in provincia di Pesaro e Urbino, territorio forte di Ricci: seguono le province di Fermo, Ancona, Ascoli Piceno e solo ultima Macerata, feudo di Acquaroli
Regionali Marche, alle 19 affluenza al 30,24%: oltre due punti in meno rispetto al 2020. In Valle d’Aosta ha votato il 51%
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Affluenza in leggero calo alle elezioni regionali nelle Marche, con i cittadini chiamati a scegliere tra il governatore uscente Francesco Acquaroli (Fratelli d’Italia) e lo sfidante Matteo Ricci (Pd). Alle 19 si è recato alle urne il 30,24% degli elettori, oltre due punti in meno rispetto all’ultima tornata nel 2020, quando votò il 32,94%. La partecipazione più alta, al 32,94%, si registra in provincia di Pesaro e Urbino, territorio forte di Ricci (che è stato per dieci anni sindaco di Pesaro): seguono le province di Fermo (30,64%), Ancona (30,08), Ascoli Piceno (29,09) e solo ultima Macerata, feudo di Acquaroli (28,8). Alle 12 aveva votato il 10,84% dei marchigiani, quasi tre punti percentuali in meno rispetto al 2020 (13,43%): il dato più alto anche in questo caso era in provincia di Pesaro-Urbino (12,71%), seguito da quelli di Ascoli (10,36), Fermo (10,24), Ancona (9,81) e Macerata (9,75%). Le urne resteranno aperte fino a lunedì alle 15.

Affluenza al 51% alle 19, invece, nell’altra regione al voto, la Valle d’Aosta, dove però i seggi sono aperti solo fino alle 23 di domenica. Alle 12 per le Regionali aveva votato il 21,68% degli aventi diritto, mentre per l’altro appuntamento elettorale, le Comunali ad Aosta, il 19,06% (5.448 votanti su 28.590 elettori). Nel 2020, quando si votava su due giornate, alle 19 aveva votato il 42,68% alle Regionali e il 39,93% alle Comunali di Aosta. Il sistema elettorale valdostano prevede l’elezione diretta solo del Consiglio regionale, che poi sceglie il presidente della giunta al suo interno. Per la poltrona di sindaco di Aosta, invece, si sfidano Raffaele Rocco per Pd e Union Valdôtaine (ma senza Avs, che corre da sola) e Giovanni Girardini per il centrodestra.

Il voto è il primo banco di prova per misurare il termometro politico autunnale, anche a livello nazionale. Il test più rilevante è quello delle Marche: nel 2020 Acquaroli aveva strappato la Regione al centrosinistra dopo un quarto di secolo. superando di oltre 87mila preferenze il candidato del Pd Maurizio Mangialardi. Oggi può contare sugli anni da governatore e sul traino dell’esecutivo nazionale. La sua campagna si è basata sulla rivendicazione di aver “risanato” la Regione, soprattutto in campo sanitario e infrastrutturale, grazie al coordinamento con Roma. Dall’altra parte, Ricci, ex sindaco di Pesaro ed europarlamentare, prova a capitalizzare il malcontento su servizi pubblici e sanità, presentandosi come l’uomo del rilancio. La vera novità rispetto al 2020 è l’ampia alleanza che lo sostiene: la coalizione progressista si è compattata con l’obiettivo di evitare la dispersione dei voti di opposizione, all’insegna di “Un Cambio di Marche” che punta a rilanciare la Regione per l’economia, le infrastrutture e, appunto, la sanità.

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