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Boldrini irrisa da certa destra per una proposta di legge che ridefinisce il reato di stupro: deliri viriloidi

La modifica dell'articolo 609-bis sul consenso sessuale non prevede contratti scritti, ma ridefinisce il reato di stupro
Boldrini irrisa da certa destra per una proposta di legge che ridefinisce il reato di stupro: deliri viriloidi
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La proposta di legge 1693 di modifica dell’articolo 609-bis del codice penale “In materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso” non prevede che, prima o durante un rapporto sessuale, si debba firmare un contratto scritto. Il testo di legge presentato da Laura Boldrini è questo: “Per consenso si intende quello espresso quale libera manifestazione della volontà della persona e che rimanga tale e immutato durante l’intero svolgersi dell’atto sessuale. Il consenso deve essere valutato tenendo conto della situazione e del contesto e può essere revocato dalla persona in qualsiasi momento e con ogni forma”.

La modifica mira a spostare il focus del reato sul consenso della vittima in modo che non sia necessariamente collegato alla costrizione fisica, alla minaccia, all’inganno o all’abuso di autorità. Pensiamo ai casi di donne rese inermi dalla droga dello stupro, in cui l’aggressore non agisce violenza fisica o minaccia, o a situazioni in cui, pur avendo dato il consenso ad un rapporto sessuale, uno dei due partner rifiuti atti o pratiche sessuali non gradite.

Purtroppo in queste ore si moltiplicano articoli e commenti di politici che stanno irridendo e buttando in burletta una proposta di legge che mira a ridefinire il reato di stupro. Un crimine che secondo le stime dell’Unicef riguarda nel mondo 370 milioni di bambine e ragazze minorenni – una su otto – e che in Italia colpisce 4 milioni di donne di età compresa tra i 16 e 70 anni. Solo una donna su quattro si rivolge all’autorità giudiziaria. I titoli che si leggono sulla stampa sono di questo tenore: La boldrinata del giorno, ci vuole il consenso scritto della donna prima di un rapporto sessuale (Il Secolo d’Italia); Sesso? Serve il Green Pass del Pd (Il primato nazionale); Il Pd vuole il green pass per fare l’amore (La Verità) ecc. Ci si mette anche Diego Fusaro che sul testo di legge fa addirittura un video, convinto che si stia affermando un nuovo ordine erotico, in nome del quale si dovrà firmare un contratto prima di un rapporto sessuale.

Queste spericolate affermazioni, purtroppo, stanno davvero convincendo i lettori che la legge 1693 preveda la firma di contratti sessuali. Una confusione creata ad hoc dalla scorrettezza e dalla cialtroneria della stampa italiana nonché dal basso livello culturale dei politici che affrontano il tema della libertà sessuale delle donne con ironie e battute grossolane.

Da un anno a questa parte ci sono stati eventi che hanno scosso l’opinione pubblica perché ci hanno fatto toccare con mano quanto la cultura dello stupro sia diffusa. Nel dicembre del 2024, si è concluso il processo a Dominique Pelicot, condannato a vent’anni per aver stuprato la moglie insieme ad una settantina di uomini. Di questi solo una cinquantina sono finiti sotto processo nel tribunale di Mazan. Lo scorso mese di gennaio, in Germania, viene pubblicata la notizia della chat di 80mila uomini che si scambiavano suggerimenti su come stuprare una donna. Ovvero con l’utilizzo della droga dello stupro. Appena un mese fa, è stata denunciata la pagina Facebook Mia Moglie, dove 35mila iscritti si scambiavano foto intime delle partner senza averne chiesto il consenso. La stessa cosa avveniva sul portale Phica.eu che invece coinvolgeva 700mila uomini dediti a esporre ad una gogna di violenza sessista donne dello spettacolo, della politica o persino mogli, sorelle o figlie. Eppure, tutto questo non comporta una maggiore presa di coscienza su un problema maschile che perpetua violenza sui social e nella relazione con le donne. La vergogna in Italia non ha cambiato lato.

La modifica della legge non è un capriccio di Laura Boldrini, e mi rivolgo direttamente a tale Alfredo Giovine, vicesegretario di Forza Italia a Bari, che in spregio alle vittime di violenza sessuale si è riferito alla proposta di legge come ad un Pussy Pass (quando si considera una donna come un ascensore o uno spazio cortilizio si fanno battute come queste) facendoci ricordare il trumpiano “le donne vanno prese per la pussy”. Non pago, ha offeso Laura Boldrini con becero sessismo.

Deliri viriloidi a parte, la modifica della legge sulla violenza sessuale segue le direttive della Convenzione di Istanbul che definisce lo stupro un atto sessuale “non consensuale”. In particolare, l’articolo 36 della Convenzione specifica che “Il consenso deve essere dato volontariamente, quale libera manifestazione della volontà della persona, e deve essere valutato tenendo conto della situazione e del contesto”.

“Questa modifica – spiega Elena Biaggioni, avvocata della rete D.i.Re ed esperta dei diritti delle donne – discende dagli obblighi internazionali dell’Italia che ha ratificato la Convenzione di Istanbul. Il Grevio, ovvero il gruppo di esperte sull’implementazione della Convenzione, ha indicato già nel 2020 la necessità di modificare la legge italiana. La Cedaw lo ha chiesto nel 2022. I commenti che si leggono dimostrano quanto sia necessaria non solo la riforma ma una profonda e diffusa formazione a proposito di consenso e violenza sessuale. Lo stupro che non è un problema di incomprensione ma di abuso, prevaricazione, è un’azione predatoria e non ha nulla a che vedere con la relazione”.

La Cassazione in tema di violenza sessuale già riconosce la necessità di un consenso attivo e permanente dall’inizio alla fine. Diego Fusaro teme un nuovo ordine erotico? E’ vero che è in gioco un cambiamento culturale profondo, ma chi lo teme non ha scardinato, ancora, la cultura dello stupro che ha interiorizzato così profondamente da pensare che il consenso e il desiderio di una donna siano una minaccia. Lo sono, ma solo nel vecchio ordine patriarcale che non vuole morire.

@nadiesdaa

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