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Trump e l’inversione di rotta su Taiwan: stop a 400 milioni di aiuti militari. Telefonata con Xi: “Presto l’incontro”

La notizia rivelata dal Washington Post. Gli Stati Uniti hanno cessato il riconoscimento diplomatico di Taipei come governo cinese nel 1979, ma rimangono il principale fornitore di armi all’isola. Pechino rivendica Taiwan come proprio territorio
Trump e l’inversione di rotta su Taiwan: stop a 400 milioni di aiuti militari. Telefonata con Xi: “Presto l’incontro”
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Fermare 400 milioni di aiuti militari indirizzati verso Taiwan, per ottenere il disgelo nei rapporti con Pechino. Sarebbe questa la strategia di Donald Trump, che oggi ha sentito Xi Jinping. I due leader hanno compiuto “progressi” su TikTok e hanno deciso di incontrarsi faccia a faccia per la prima volta dal 2019. I due leader si vedranno prima all’Apec in Corea del Sud alla fine di ottobre e poi in Cina, dove il presidente americano volerà all’inizio del prossimo anno. Una visita negli Stati Uniti di Xi ci sarà al “momento appropriato”, ha poi annunciato il presidente americano. “Ho finito una telefonata molto produttiva con il presidente Xi. Abbiamo compiuto importanti progressi su molti temi, incluso il commercio, il fentanyl, la necessità di mettere fine alla guerra fra Russia e Ucraina e l’approvazione dell’accordo per TikTok”, ha scritto il tycoon sul suo social Truth al termine dell’attesa telefonata con Pechino. I dettagli sui progressi su TikTok sono però scarsi. Il tycoon ha espresso il suo “apprezzamento per l’approvazione” di TikTok, in quello che sembra un riferimento all’accordo quadro raggiunto nei giorni scorsi dai negoziatori dei due paesi a Madrid che deve essere suggellato dai due leader. Nel resoconto della telefonata fornito da Pechino non c’è invece alcuna menzione di un’intesa: Xi ha ribadito a Trump che sull’app la “posizione della Cina è chiara” e che Pechino “rispetta la volontà delle imprese, le incoraggia a condurre solide trattative commerciali, garantendo un equilibrio di interessi”, si limitano a rendicontare i media mandarini.

Dichiarazioni quindi vaghe che non lasciano al momento intravedere come le trattative si evolveranno. La Casa Bianca ha esteso fino al 16 dicembre il termine ultimo per trovare un accordo sulla vendita di TikTok ed evitarne così il divieto. Secondo indiscrezioni, al momento si lavora a una separazione delle attività americane in una nuova società controllata per l’80% da investitori statunitensi fra i quali Oracle. Ai clienti americani dell’app dovrebbe essere chiesto di trasferirsi su una nuova applicazione, che opererà su un set di algoritmi di raccomandazione per i contenuti usando la tecnologia concessa in licenza da Bytedance.

Pochi dettagli sono stati offerti anche sugli altri dossier affrontati. Né il resoconto americano né quello cinese della telefonata accenna a Taiwan, che per Pechino è una linea rossa invalicabile delle relazioni bilaterali. Secondo indiscrezioni, Trump nei mesi scorsi ha rifiutato di approvare oltre 400 milioni di dollari in aiuti militari a Tapei nel tentativo di negoziare un accordo commerciale e un possibile vertice con il leader cinese Xi. Ora che il faccia a faccia è stato delineato, all’appello manca un accordo sui dazi, che continuano a minare le relazioni fra le due superpotenze. Le trattative sulle tariffe proseguono ma al momento una svolta non appare all’orizzonte a breve termine. I progressi su TikTok, nodo nelle relazioni fra Washington e Pechino per anni, potrebbero facilitare i colloqui anche se gli ostacoli al raggiungimento di un’intesa restano molteplici. Fra questi la guerra in Ucraina e la possibilità che, in caso estremo, gli Stati Uniti approvino dazi nei confronti di Pechino così come hanno fatto con l’India per gli acquisti di petrolio russo. Gli Stati Uniti “dovrebbero astenersi da dazi unilaterali”, ha avvertito Xi.

Gli Stati Uniti hanno cessato il riconoscimento diplomatico di Taiwan come governo cinese nel 1979, ma rimangono il principale fornitore di armi all’isola. Sotto la presidenza di Joe Biden, Washington ha approvato oltre 2 miliardi di dollari di aiuti militari a Taiwan. Trump però “non sostiene l’invio di armi senza compensazione finanziaria, come anche con l’Ucraina”, osserva il Washington Post. Funzionari della difesa statunitensi e taiwanesi si sono incontrati ad agosto ad Anchorage, in Alaska, riporta ancora il quotidiano americano. Secondo il giornale, si è discusso di un accordo sulle armi “che potrebbe raggiungere diversi miliardi di dollari in totale”, e che comprenderebbe droni, missili e sensori per monitorare la costa dell’isola. Durante una visita a Taiwan a fine agosto, il presidente della Commissione per le Forze Armate del Senato degli Stati Uniti ha dichiarato la sua determinazione a far sì che Stati Uniti e Taiwan rimangano “migliori amici”. “Parte del mantenimento delle nostre libertà consiste nel rafforzare la cooperazione militare, rafforzare la cooperazione con la nostra industria della difesa e sfruttare al meglio questi fondi”, ha dichiarato il senatore repubblicano Roger Wicker dopo l’incontro con il presidente taiwanese Lai Ching-te. Di fronte alla crescente pressione militare della Cina negli ultimi anni, Taiwan sta aumentando la sua spesa per la difesa e gli Stati Uniti stanno spingendo l’isola a intensificare i suoi sforzi. Il Ministero della Difesa taiwanese prevede di richiedere un bilancio straordinario che potrebbe raggiungere i 28 miliardi di euro, una cifra record.

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