Macron sente Abbas: “Riconoscerò la Palestina all’assemblea dell’Onu”. Tajani: “Noi non lo faremo, perché non esiste”
La Francia conferma: riconoscerà lo Stato di Palestina. “Data l’estrema urgenza della situazione a Gaza e nel resto dei Territori palestinesi, ho ribadito al Presidente palestinese la mia intenzione di riconoscere lo Stato di Palestina lunedì a New York”, ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, riferendo di aver avuto un colloquio con il leader dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas. “Questo riconoscimento fa parte di un piano di pace globale per la regione, volto a soddisfare le aspirazioni di sicurezza e pace sia degli israeliani che dei palestinesi”, ha spiegato l’inquilino dell’Eliseo in un post su X. Il presidente francese ha anche reso noto di aver ringraziato Abbas per “l’eccellente collaborazione nell’arresto di uno dei principali autori del terribile attacco terroristico di Rue des Rosiers. Abbiamo concordato di lavorare insieme per la sua estradizione il più rapidamente possibile”.
Un consigliere della presidenza francese ha fatto sapere che in una conferenza lunedì a New York, a margine dell’Assemblea generale dell’Onu, saranno rappresentati “dieci paesi che hanno deciso” di “procedere al riconoscimento dello stato di Palestina”. Oltre alla Francia, all’origine dell’iniziativa ci sono Andorra, Australia, Belgio, Canada, Lussemburgo, Portogallo, Malta, Gran Bretagna e San Marino. Alle minacce di ritorsione di Israele, l’Eliseo ha risposto: “La nostra agenda è positiva. Non è un’agenda di rappresaglie e controrappresaglie. Facciamo uno sforzo di pace”. Al contrario, “l’annessione della Cisgiordania è una linea rossa chiara”, ha aggiunto la presidenza francese, “è la peggior violazione possibile delle risoluzioni delle Nazioni Unite”.
Tra quei dieci Paesi non ci sarà l’Italia, come confermato da Antonio Tajani. “Noi non voteremo a favore del riconoscimento della Palestina per un semplice motivo: perché la Palestina non esiste“, ha detto il ministro degli Esteri a Tg2 Post. “Oggi la Palestina è divisa in due: da una parte la Cisgiordania, che è governata dall’Autorità nazionale palestinese, che ha una posizione moderata, ragionevole, che riconosce Israele. Dall’altra c’è Hamas che governa Gaza” e “non può essere un interlocutore perché è un’organizzazione terroristica. Quindi dobbiamo lavorare per costruire lo Stato palestinese”. Il vicepremier ha spiegato che firmerà “un documento articolato che punta a far sì che possa costituirsi lo Stato palestinese e possa essere espulso Hamas dal futuro Stato palestinese, ci sia la liberazione degli ostaggi e si creino i presupposti per la strategia due popoli, due Stati”.