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Calenda flirta con Forza Italia per il voto nelle Marche e a Milano. Ma poi litiga con Schifani: “Ha offeso la Sicilia”

II leader di Azione era ospite alla kermesse degli azzurri, dove ha incontrato il governatore dell'Isola, che racconta: "Mi ha detto che la Sicilia è da cancellare, da buttare"
Calenda flirta con Forza Italia per il voto nelle Marche e a Milano. Ma poi litiga con Schifani: “Ha offeso la Sicilia”
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Tra Carlo Calenda e Forza Italia sembrava tutto pronto per una bella convergenza di intenti. Al contrario del suo ex socio Matteo Renzi, che da qualche tempo predica l’unità del centrosinistra, il leader di Azione ultimamente ha intensificato il flirt con la maggioranza di governo. Sabato, ospite della festa dei giovani di Forza Italia a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), ha lodato il partito berlusconiano: “Con loro ho più cose in comune: il loro posizionamento, che è popolare e moderato, e il sostegno all’Ucraina”. Persino Antonio Tajani lo ha riempito di complimenti, presentandolo dal palco della kermesse. Eppure, proprio nel momento migliore, l’idillio si è bruscamente interrotto: un acceso diverbio con il governatore della Sicilia, Renato Schifani, e ora per le ambizioni di Calenda sembra tutto da rifare.

Schifani, che è anche presidente del consiglio nazionale di Fi, ha persino rinunciato al suo intervento alla convention, tanto era indignato con il leader di Azione. “Calenda ha offeso la Sicilia, un comportamento assurdo da parte di un ospite”, ha dichiarato risentito, lasciando la festa. Tutto è accaduto fuori dal tendone, poco prima dell’intervento di Calenda sul palco e davanti a decine di persone. Vedendo arrivare Calenda, Schifani s’è fermato per salutarlo. “Ciao Carlo, gli ho detto – racconta il presidente della Regione siciliana – E lui: ciao, tu sai cosa penso della Sicilia, è da cancellare, da cancellare“. Un’uscita che ha mandato il governatore su tutte le furie: “Ho ribattuto che la Sicilia è la Regione che è crescita di più in Italia in termini di Pil, ma lui ha continuato col suo atteggiamento, insinuando che la Sicilia è da buttare”.

A quel punto Schifani non ci ha visto più e mentre Calenda entrava nella sala per fare il suo intervento, ha deciso di abbandonare la kermesse e tornare a Palermo, rinunciando al suo intervento. “Mi spiace che Schifani si sia offeso – ha commentato il segretario di Azione -. Semplicemente gli ho detto ciò che penso. I siciliani sono vittime di una sistema clientelare, costoso e inefficiente. Un sistema che non è nato ieri ma che ha accompagnato la storia della regione dallo statuto speciale”.

Poco dopo il litigio con Schifani, Calenda di fatto ha concesso un endorsement al candidato governatore di centrodestra, Francesco Acquaroli di Fratelli d’Italia: “Noi nelle Marche non ci presentiamo. Dopodiché posso dire che se io votassi nelle Marche non voterei sicuramente chi propone i redditi di cittadinanza, no ai termovalorizzatori e no alle infrastrutture”, ha detto. Un riferimento polemico alla coalizione a sostegno di Matteo Ricci, europarlamentare Pd ed ex sindaco di Pesaro, sostenuto anche dal M5s. “Peggio del Movimento 5 stelle c’è solo Trump”, ha detto poi visitando gli stand.

E il buon sangue tra Azione e Fi era stato evidente anche dal comportamento del segretario azzurro, Tajani: “Con Calenda ci si può confrontare concretamente, è l’ultimo testimone di una politica centrista nell’ambito dell’opposizione. Non è in maggioranza con noi, ma può avere delle idee che convergono con noi. Siamo su schieramenti diversi, però un dialogo nell’interesse dei cittadini si può fare”. Il leader azzurro scende nel concreto: “Con Azione noi di Forza Italia abbiamo avuto anche qualche convergenza, come in Basilicata dove Azione è stata una delle protagoniste della vittoria di Vito Bardi. Se si trova un accordo con una forza dell’opposizione, perché dire di no?. Per esempio, nella città di Milano, dove c’è voglia di cambiare, se individuassimo insieme un candidato civico, Azione potrebbe trovare con noi un accordo e convergere per un candidato civico per dare risposta concrete alla città”.

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