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La Bce mantiene ancora fermi i tassi: stabili i mutui variabili. Lagarde: “Eventuali tagli futuri? Decidiamo in base ai dati”

L'Eurotower ha migliorato a 1,2% la sua stima di crescita per l’area euro nel 2025, contro lo 0,9% indicato a giugno prima dell’accordo con gli Usa sui dazi. La presidente: "Il mercato del lavoro è solido e i rischi sono più bilanciati"
La Bce mantiene ancora fermi i tassi: stabili i mutui variabili. Lagarde: “Eventuali tagli futuri? Decidiamo in base ai dati”
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La Bce mantiene i tassi invariati per la terza riunione consecutiva del suo Consiglio direttivo. Il tasso sui depositi resta al 2%, quello sulle operazioni di rifinanziamento principali al 2,15% e quello sui prestiti marginali al 2,4%. L’ultimo taglio dei tassi Bce risale alla riunione dell’11 giugno. “La decisione di lasciare i tassi invariati oggi è stata unanime. Abbiamo discusso le previsioni e i rischi”, ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde, che alla domanda se la Bce non intenda più tagliare i tassi ha usato la formula secondo cui l’istituto “è ben posizionato” per rispondere ai dati economici che valuterà riunione dopo riunione.

L’Eurotower nel percorso futuro dei tassi seguirà “un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”, si legge infatti nel comunicato finale. Deciderà insomma “senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.

La Bce ha migliorato a 1,2% la sua stima di crescita per l’area euro nel 2025, contro lo 0,9% indicato a giugno prima dell’accordo con gli Usa sui dazi. La stima di crescita per il 2026 è limata a 1% da 1,1% e quella per il 2027 confermata all’1,3%. Le ‘staff projections’ della Bce alzano la stima d’inflazione al 2,1% per il 2025 (da 2%), poi 1,7% nel 2026 e 1,9% in 2027. “Continuiamo a essere in una buona posizione. Perché l’inflazione è quella che vogliamo. L’economia sta mostrando resilienza“, ha commentato Lagarde. “Il mercato del lavoro è solido e i rischi sono più bilanciati”.

La Bce “ha tutti gli strumenti necessari, se la trasmissione della politica monetaria dovesse diventare inefficiente“, ha detto Lagarde in risposta a una domanda sulla volatilità vista sugli spread. A domanda specifica su quello della Francia, Lagarde ha detto di essere “fiduciosa che le autorità lavoreranno per ridurre l’incertezza il più possibile” anche grazie al quadro di regole di bilancio europee. “La Bce monitora attentamente” il mercato obbligazionario, che tuttavia “sta funzionando in maniera ordinata e con buona liquidità” e “con movimenti limitati fra gli spread dei vari Paesi rispetto alla Germania”. L’uso del Tpi, il cosiddetto scudo anti-spread della Bce, invece “non è stato discusso in alcun modo nel corso del Consiglio direttivo” di oggi della Bce. Se attivarlo si tiene conto di “vari criteri, valutazioni di mercato, e infine una decisione del Consiglio direttivo. Ma i criteri per attivarlo non sono assolutamente scritti sulla pietra”.

In seguito alla decisione Bce i tassi sui mutui variabili, rileva Mutuionline, resteranno “stabili sui livelli attuali anche nelle prossime settimane. Secondo i dati dell’Osservatorio di MutuiOnline.it questa tipologia di finanziamento si conferma al momento la più conveniente, alla luce di un tasso di interesse che si attesta al 2,71% in media contro il 3,23% dei mutui a tasso fisso”. Nonostante l’accordo raggiunto nelle scorse settimane sui dazi commerciali tra Stati Uniti e Europa, invece, “il clima di incertezza geopolitica sta continuando a influenzare gli indici IRS, riferimento utilizzato per calcolare il tasso di interesse dei mutui a tasso fisso, che si confermano in rialzo. Infatti, per entrambe le scadenze al 10 settembre i valori sfiorano il 3,00% (2,92% per l’IRS a 30 anni, 2,91% per l’indice a 20 anni), quasi mezzo punto percentuale in più rispetto a 6 mesi fa, quando si attestavano al 2,50%”.

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