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Le domande di iscrizione a Infermieristica sono meno dei posti disponibili. “E con la riforma Bernini siamo la panchina di riserva di Medicina”

Solo 19mila domande per 20.699 posti disponibili. Dal 2010, le iscrizioni sono crollate del 52%, mentre mancano più di 65mila infermieri. E con la nuova legge sul test di ingresso a Medicina aumentano le incognite sul futuro di una professione fondamentale per un Paese anziano come il nostro
Le domande di iscrizione a Infermieristica sono meno dei posti disponibili. “E con la riforma Bernini siamo la panchina di riserva di Medicina”
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In un Paese in cui cresce sempre di più la domanda di assistenza, provocata dall’invecchiamento della popolazione e dall’aumento delle malattie croniche, la figura professionale dell’infermiere dovrebbe essere ben valorizzata. Invece le retribuzioni inadeguate, i carichi di lavoro eccessivi, le poche possibilità di carriera e lo scarso riconoscimento sociale l’hanno progressivamente indebolita. In Italia, ne mancano più di 65mila – anche se secondo i sindacati di categoria la carenza è molto maggiore – e nei prossimi anni questa drammatica penuria di personale peggiorerà, visto che sempre meno giovani scelgono di intraprendere questa professione: quest’anno, ai test di ammissione ai corsi di laurea in Infermieristica, il numero complessivo di domande non coprirà il numero di posti messi a bando. I questionari di ingresso si sono svolti l’8 settembre in 41 atenei pubblici, in tutto il Paese. I posti disponibili sono 20.699. Le domande di ammissione solo 19mila. Ma il numero di iscritti può ingannare, perché l’esperienza degli scorsi anni insegna che non tutti i candidati che si presentano ai test risultano poi iscritti a Infermieristica alla fine del primo anno di corso. Quindi, la differenza tra posti messi a bando e professionisti sarà ancora più ampia. E resta ancora da capire quale sarà la ricaduta sul corso di laurea in Infermieristica delle novità introdotte dalla riforma del test d’ingresso a Medicina.

Negli anni, la disponibilità di posti è progressivamente aumentata. Un crescita chiesta con forza dai territori e dallo stesso Ordine professionale, ma che non è andata di pari passo con un analogo aumento di iscrizioni. È la stessa Fnopi, la Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche, a diffondere questi dati: i posti messi a bando sono passati dai 10.614 del 2001 ai 20.699 di quest’anno, di cui 290 di Infermieristica pediatrica. Al contrario, il numero delle domande non ha avuto una progressione costante. Vero è che questo anno accademico 2025/26 segna l’inizio di una nuova era per quanto riguarda le lauree sanitarie, dopo l’introduzione – molto criticata da studenti e associazioni di categoria – del “semestre filtro” a Medicina, voluto dalla ministra dell’Università, Anna Maria Bernini. Con la riforma dell’accesso a Medicina, tra qualche mese per la prima volta si riverserà su Infermieristica una quota significativa delle migliaia di studenti che rimarranno fuori dalla graduatoria a metà anno, dopo aver sostenuto gli esami di sbarramento. I posti disponibili a Medicina, infatti, sono 24mila. E il 20,4% dei 54mila aspiranti camici bianchi ha indicato Infermieristica come prima scelta tra i corsi “di ripiego“.

Il calo di iscrizioni, specifica la Fnopi, “accade nel contesto di un calo demografico che ormai impatta sul numero complessivo di studenti universitari e che ci preoccupa non poco per la tenuta futura del sistema sanitario“. Attualmente in Italia circa due diplomati su tre decidono di proseguire il proprio percorso formativo con l’università: un dato lontano dai livelli registrati all’inizio degli anni Duemila, quando la percentuale si attestava al 75%. E poi c’è il tema del costo della vita: i cali maggiori nelle iscrizioni si riscontrano nelle aree metropolitane dove carovita e caroaffitti rendono più difficile la presenza dei fuori sede. Nonostante questo, il numero complessivo di laureati in Infermieristica cresce costantemente: se nel 2004 erano stati 8.866, a distanza di vent’anni, nel 2024, sono saliti a quota 11.404 (+28,6%), con una previsione di 14.500 nel 2027. Numeri comunque insufficienti a colmare il turnover con gli infermieri che ogni anno vanno in pensione, dato stimato attorno alle 25mila unità, o che lasciano il nostro Paese alla ricerca di condizioni lavorative migliori.

“I recenti dati negativi sulle iscrizioni a infermieristica non ci sorprendono, ma rappresentano piuttosto il drammatico tradursi in realtà di anni di denunce e di appelli inascoltati”, dichiara Antonio De Palma, presidente del sindacato Nursing Up. “Dal 2010 al 2024 – prosegue – le iscrizioni ai corsi di Infermieristica sono crollate del 52%. Siamo passati da 46.281 domande a poco più di 21.250″. De Palma commenta anche la riforma del test di ingresso a Medicina: “Forse la nostra professione si è ridotta ad essere una panchina di riserva di Medicina, quando dovrebbe essere il cuore pulsante del Servizio sanitario nazionale? È questo il futuro che vogliamo per i nostri giovani? Le prospettive occupazionali degli infermieri restano tra le migliori in Italia, con un tasso di occupazione a un anno dalla laurea che arriva all’85%. Ma proprio questa domanda elevata dovrebbe spingere a potenziare l’offerta formativa, non a ridurla. Invece la sanità italiana imbarca acqua da tutte le parti, e chi dovrebbe governarla resta fermo a guardare con le mani in tasca. La professione infermieristica è tristemente diventata il tappeto sotto cui si nascondono tutte le polveri della cattiva politica sanitaria”, prosegue. E conclude: “Se non ci sarà un cambio di passo, i giovani continueranno ad allontanarsi da una professione che, come rivelano le nostre indagini più recenti, perfino genitori, fratelli e amici sconsigliano. Una professione che sempre più infermieri, seppur profondamente innamorati, se potessero tornare indietro, certo non sceglierebbero più”.

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