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I dazi Usa al 50% sui prodotti con acciaio e alluminio mandano in crisi la meccanica Ue: traballa l’intesa sulle tariffe al 15%

Il Wall Street Journal dà conto di una lettera del presidente dell'Associazione tedesca dell'industria meccanica alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: "Crisi esistenziale"
I dazi Usa al 50% sui prodotti con acciaio e alluminio mandano in crisi la meccanica Ue: traballa l’intesa sulle tariffe al 15%
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L’estensione dei dazi del 50% su acciaio e alluminio, che colpiscono anche molti prodotti con piccole parti in metallo, fa traballare il difficile accordo sulle tariffe generalizzate al 15% sulle merci Ue raggiunto a luglio da Ursula von der Leyen e Donald Trump e ufficializzato nella dichiarazione congiunta di fine agosto. A scriverlo è il Wall Street Journal, che raccoglie le testimonianze di diversi imprenditori attivi nella produzione di macchinari che raccontano di aver sospeso le esportazioni verso il Vecchio continente perché tutte le loro componenti metalliche vengono colpite dal balzello. Con il risultato che i dazi applicati superano di gran lunga il 15% concordato.

Le tariffe “matrioska” – 50% sulle componenti metalliche e 15% sul resto – si applicano a molti prodotti, dai condizionatori alle moto. E mettono in forte difficoltà la meccanica europea a partire da quella tedesca. Il Wall Street Journal dà conto di una lettera di Bertram Kawlath, presidente dell’Associazione tedesca dell’industria meccanica, alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che spiega: “Circa il 30% delle importazioni statunitensi di macchinari dall’Ue è ora soggetto a dazi del 50% sul contenuto di metallo del prodotto”. Troppo per continuare a spedire merci oltreoceano. Kawlath parla di “crisi esistenziale”. Bernard Krone, numero uno di un gruppo che produce macchinari agricoli, racconta a sua volta di aver stoppato le esportazioni verso gli Usa. Quelle già “in viaggio” verranno dirottate verso Messico e Canada.

Bruxelles conosce il problema ma non sembra in grado di intervenire. “Non mi azzardo a prevedere quando saranno in grado di risolverlo”, si limita a dire il commissario europeo al Commercio Maroš Šefčovič. I parlamentari europei già contrari all’accordo sottoscritto da von der Leyen attaccano: “Perché dovremmo concedere zero dazi alle moto americane – chiede il deputato Bernd Lange – quando gli europei devono pagare il 15% sui loro prodotti e molto di più per le tariffe sull’alluminio?”.

Intanto però sui dazi pende la decisione della Corte Suprema, chiamata a confermare o meno la sentenza secondo cui i dazi “reciproci” di Trump rappresentano un abuso di potere. Il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha ammesso che in caso di bocciatura “dovremmo rimborsare circa la metà dei dazi, il che sarebbe terribile per il Tesoro”, riferisce la Cnn. E ha aggiunto: “Se la Corte lo stabilisce, dovremmo farlo”. Ma ci sono “numerose altre strade” che possono essere intraprese in materia di dazi, sebbene “sminuirebbero la posizione negoziale del presidente Trump”.

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