Nuova mozione di sfiducia per Ursula von der Leyen: ora è la Sinistra Ue ad attaccare la presidente della Commissione
Sono passati appena due mesi da quando Ursula von der Leyen è riuscita a salvare la sua poltrona. Lo scorso luglio, pur incassando una sonora débâcle, la presidente della Commissione europea è riuscita a salvarsi dalla mozione di sfiducia proposta dall’estrema destra dell’AfD. Ora, poche settimane dopo, è lo schieramento opposto a metterla in discussione. A lanciare la mozione di sfiducia, infatti, questa volta è la Sinistra Ue, il gruppo che raccoglie anche Sinistra Italiana ed il Movimento 5 stelle.
Von der Leyen potrebbe tornare sulla graticola a Strasburgo già a ottobre. Al centro delle ragioni della nuova mozione sono i due fronti caldi della Commissione: la mancata presa di posizione netta sul conflitto a Gaza e l’accordo commerciale Usa-Ue, definito dalla capogruppo della Sinistra Ue, la francese Manon Aubry, “un atto di vassallaggio nei confronti di Washington”. Nel testo, ancora in via di definizione, dovrebbe entrare anche una critica all’intesa Ue–Mercosur, che la Commissione punta ad adottare proprio in questi giorni.
Ma i problemi per la presidente non arrivano soltanto dall’estrema sinistra. Anche i socialisti infatti alzano i toni contro l’intesa commerciale con Trump. La capogruppo Iratxe García Pérez ha evocato la possibilità di un voto contrario alla ratifica, mentre per il capodelegazione dem Nicola Zingaretti ha dichiarato che “quello sui dazi non è stato un accordo ma una resa“. Sulla mozione di sfiducia i socialisti restano prudenti, ma Zingaretti non risparmia una stoccata alla presidente della Commissione: “Von der Leyen sbaglia a non valorizzare la fiducia ricevuta dal Parlamento. Ogni volta che si sposta a destra perde voti e rischia di compromettere la sua maggioranza“.
L’obiettivo è portare la mozione al voto già nella seconda plenaria di ottobre. Per presentarla però servono 72 firme e il gruppo Sinistra Ue conta solo 46 eurodeputati: ne mancano dunque 26. Un numero non impossibile da raggiungere, soprattutto tenuto conto dei forti mal di pancia di una gran parte dei socialisti, tra cui una nutrita delegazione del Pd, nei confronti della presidente della Commissione. Eurodeputati a cui si rivolge direttamente Aubry: “C’è chi da mesi si lamenta di von der Leyen ma non fa nulla. Ora c’è un testo, che arriva da sinistra e che mette al centro Gaza e i dazi come ragioni principali: chi non lo sosterrà dovrà spiegarlo“.
La partita inoltre potrebbe creare convergenze inattese. Se sul tema di Gaza non sembrano possibili aperture a destra, contro l’accordo con il Mercosur invece non mancano i malumori anche tra i Patrioti e specialmente nella Lega. Dalla dirigenza della Sinistra Ue però chiariscono: le firme dell’estrema destra “non sono benvenute”. Diverso il discorso se la sfiducia dovesse arrivare in aula: lì ogni voto è benvenuto.