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La vicenda Pilato-Tarantino sarà stata una ‘stupidata’, ma la trovo umanamente spiacevole

Più che di legge dovremmo parlare della qualità dei rapporti e solidarietà tra persone, amiche e compagne
La vicenda Pilato-Tarantino sarà stata una ‘stupidata’, ma la trovo umanamente spiacevole
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Se davvero i fatti si fossero svolti come li accredita il Corriere della Sera del 31 agosto, nell’episodio del tentato furto di due flaconi di olii essenziali di cui sono state protagoniste le nazionali di nuoto Benedetta Pilato e Chiara Tarantino al duty free shop dell’aeroporto di Singapore, e cioè che Chiara avrebbe nascosto il bottino nella sacca della compagna a sua insaputa, si tratterebbe di una questione non certo grave sul piano legale, ma molto spiacevole umanamente.

Infatti quanti di noi non sono stati colpiti dai prezzi esorbitanti che vengono praticati in quei luoghi, tanto da qualificarli come veri e propri furti? Ma non trattandosi di beni salvavita abbiamo pensato che non era il caso di infrangere la legge per questioni così voluttuarie, ne sa qualche cosa Piero Fassino.

Quello che mi ha colpito invece è stato proprio l’aspetto (anche se l’ultima versione parlerebbe di uno scherzo cretino all’amica) del “tradimento” di una compagna con cui si è appena partecipato a una manifestazione sportiva e trascorsa una vacanza, esponendola a una brutta situazione. In fin dei conti credo siamo tutti disposti a ridurre al rango di “stupidata” l’episodio del furto, visto che a Singapore è persino vietato masticare un chewing gum in pubblico; non tutti invece – spero – a fare finta di niente di fronte a un qualche cosa che sicuramente ha segnato le due.

Più che di legge dovremmo parlare della qualità dei rapporti e solidarietà tra persone, amiche e compagne, che faticano giorno dopo giorno l’una al fianco dell’altra in un ambiente in cui a sentire i responsabili (della Federazione nuoto) regna uno spirito di squadra invidiato persino dai moschettieri di Dumas (uno per tutti, tutti per uno). Ambienti, però, in cui spesso i nuovi arrivati vengono sottoposti alle cosiddette “matricole”, riti di iniziazione non sempre simpatici e che possono incrinare la convivenza nel tempo.

Poca roba, forse, quindi di fronte a quanto sta succedendo nel mondo, ma molto sul piano della fiducia e della disillusione. Ineccepibile a quanto pare il comportamento della nostra ambasciata, anche se il ministro degli Esteri Tajani si è sentito in dovere di specificare che nonostante Paolo Barelli, il presidente della Federazione Italiana Nuoto, sia un suo compagno di partito, non è mai stato contattato, probabilmente vista la lievità della causa e il numero di italiani all’estero (cito solo Alberto Trentini in Venezuela) ai quali si dovrebbe dare visibilità in funzione di un loro rimpatrio o quanto meno di un trattamento civile.

Da ultimo sarebbe interessante sapere che cosa decideranno di fare le Fiamme Gialle (l’Arma che si occupa di dogane e tasse) nella cui squadra sportiva gareggia Chiara Tarantino.

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