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Vuelta, una macchina dell’organizzazione rimuove tutte le bandiere della Palestina prima del passaggio dei ciclisti

L'operazione è in corso da almeno due tappe: mira a censurare qualsiasi protesta contro Israele e pro-Gaza
Vuelta, una macchina dell’organizzazione rimuove tutte le bandiere della Palestina prima del passaggio dei ciclisti
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La Vuelta di Spagna impedisce qualsiasi protesta, anche pacifica, legata al genocidio in corso a Gaza. Dopo l’iniziativa che avevano interrotto la cronometro a squadre di Figueres, con un gruppo di manifestanti che ha bloccato la Israel-Premier Tech (squadra legata a Tel Aviv), l’organizzazione della corsa a tappe spagnola ha adottato misure drastiche per prevenire nuovi episodi. Durante la nona tappa di oggi, conclusa a Cerler, e nella tappa di sabato con arrivo a Saragozza, le immagini mostrano un mezzo ufficiale della Vuelta in avanscoperta lungo il percorso con un compito preciso: rimuovere bandiere palestinesi e ogni riferimento a Gaza esposto dai tifosi.

Un’azione preventiva che testimonia il clima di tensione e l’intenzione di Aso, società che gestisce la Vuelta (paragonabile al Giro d’Italia per importanza e visibilità), di evitare qualsiasi forma di contestazione visibile contro Israele durante il passaggio dei corridori. Le misure di sicurezza sono state rafforzate dopo l’episodio del 28 agosto, quando la Israel-Premier Tech era stata costretta a fermarsi di fronte a un gruppo di manifestanti. Da allora l’organizzazione sembra decisa a blindare la corsa da qualsiasi riferimento politico, con un approccio che però solleva nuove critiche: se da un lato punta a garantire la regolarità della competizione, dall’altro censura delle forme di protesta pacifica.

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