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“Stop a blocchi stradali e proteste nelle sinagoghe”: il piano di Ben Gvir per soffocare le manifestazioni in Israele

Nel documento del ministro della Sicurezza nazionale di Israele le misure per fare tacere le voci degli israeliani dissidenti, che negli ultimi giorni sono scesi per le strade di Tel Aviv e in altre città in tutto il Paese
“Stop a blocchi stradali e proteste nelle sinagoghe”: il piano di Ben Gvir per soffocare le manifestazioni in Israele
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Fermare le proteste contro Netanyahu e il suo governo, con un documento che metta al bando le manifestazioni che infiammano Tel Aviv e altre città israeliane in queste settimane, specialmente per la questione degli ostaggi, con blocchi stradali e proteste nelle sinagoghe. Il piano è del ministro della Sicurezza nazionale di Israele, Itamar Ben Gvir che, secondo quanto riportano i media locali, vorrebbe che il procuratore generale Gali Baharav-Miara approvasse un documento programmatico messo a punto proprio da lui per fare tacere le voci degli israeliani dissidenti. Un piano che vieterebbe tutte le proteste che bloccano autostrade e strade principali, nonché quelle sulle strade che collegano a ospedali, città isolate, vie di emergenza e all’aeroporto Ben-Gurion. La proposta obbligherebbe inoltre i manifestanti a ricevere l’autorizzazione della polizia, supervisionata da Ben Gvir, per attuare blocchi stradali all’interno delle città. Anche le proteste nelle sinagoghe verrebbero proibite, in quanto impedirebbero la libertà di religione, riporta Haaretz.

Le proteste del 26 agosto – Il clima, intanto, è sempre più teso. Due giorni fa un fiume umano di dimostranti è sceso per le strade chiedendo la fine della guerra. Ma la protesta non ha fermato il governo Netanyahu, deciso a proseguire l’offensiva di terra fino alla conquista di Gaza City. L’Idf intanto, che sta radendo al suolo i quartieri periferici della città, ha pubblicato un’inchiesta sul bombardamento dell’ospedale Nasser a Khan Younis, che ha scatenato lo sdegno internazionale, sostenendo di aver colpito perché convinto che la telecamera fosse “utilizzata da Hamas” e che nel blitz sono rimasti uccisi “sei terroristi”.

La protesta è stata indetta in tutta Israele dal Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi ancora a Gaza, tornati nuovamente a chiedere la tregua con Hamas e il ritorno a casa dei propri cari, vivi o morti che siano. Ci sono stati blocchi sulle principali arterie, pneumatici dati alle fiamme per fermare il traffico, slogan contro il governo e in particolare dei ministri dell’ultradestra. A Gerusalemme, dove si era tenuto il gabinetto di sicurezza dell’esecutivo convocato da Benyamin Netanyahu, centinaia di manifestanti hanno marciato verso l’ufficio del premier, scortati da due ali di agenti in tenuta antisommossa. Non si sono registrati scontri, e i dimostranti sono stati lasciati sfilare per la città, chiedendo a gran voce la liberazione degli ostaggi.

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