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Prima vittima di West Nile in Veneto: morta una donna di 81 anni a Rovigo. Nella regione anche diversi casi di Chikungunya

La donna era stata ricoverata il 22 agosto all'ospedale Santa Maria della Misericordia, dove le è stata diagnosticata la forma neuroinvasiva del virus. È morta 24 ore dopo
Prima vittima di West Nile in Veneto: morta una donna di 81 anni a Rovigo. Nella regione anche diversi casi di Chikungunya
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È stato confermato il primo caso letale di West Nile in Veneto. Vittima Adriana Meneghelli, 81 anni di Castelmassa, Comune dell’Alto Polesine, in provincia di Rovigo. La donna, che soffriva di patologie pregresse, aveva iniziato ad accusare febbre alta e sintomi neurologici prima del 22 agosto, giorno in cui era stata ricoverata all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Rovigo. Lì è stata fatta la diagnosi della forma più grave del virus, quella neuroinvasiva, degenerata in encefalite. Il decesso è arrivato circa 24 ore dopo il ricovero. La donna, casalinga residente col marito, non aveva viaggiato. I funerale della donna sono stati celebrati il 26 agosto. “L’Usl 5 Polesana, in base alla sorveglianza e al monitoraggio ambientale previsti dai protocolli sanitari regionali, non ha riscontrato la presenza di focolai infetti nel nostro paese. Sul fronte della prevenzione, il Comune garantisce i trattamenti larvicidi nei tombini e nei fossati delle aree pubbliche”, ha spiegato al Corriere del Veneto Federico Ragazzi, sindaco di Castelmassa. Il Veneto è la terza regione più colpita dal virus dopo Lazio e Lombardia. Nella provincia di Rovigo sono stati cinque i casi confermati, in tutta la regione poco meno di una quarantina.

Oltre al West Nile, a preoccupare l’estate veneta è anche un’altra arbovirosi, il virus Chikungunya, che nella sola provincia di Verona ha colpito dieci persone, infettate in loco. “Tutti i pazienti sono a casa e in buone condizioni – dichiara la Direzione regionale Prevenzione -. Gli ultimi pazienti risiedono a Sant’Ambrogio di Valpolicella, lontano dalle prime aree interessate. E quindi non c’è correlazione tra loro e i primi veronesi infettati”. Con correlazione si intende lo stesso ceppo di virus, riscontrato nelle due pazienti iniziali, una signora di 64 anni di Arbizzano e una 39enne di Affi, e due persone a loro vicine, nonostante il Chikungunya non si trasmetta tra essere umani. L’Iss, la Regione, l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie e l’Usl Scaligera hanno disposto disinfestazioni straordinarie nelle aree in cui si sono verificati i casi e nei Comuni a rischio. Previsti progetti di sensibilizzazione della popolazione, per favorire l’utilizzo di zanzariere e repellenti, il coinvolgimento di medici di famiglia e pediatri di libera scelta, il posizionamento di trappole per zanzare e la ripetizione della disinfestazione là dove già effettuata.

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