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“Agire contro le atrocità di Israele contro la popolazione palestinese”: la lettera dei dipendenti ai vertici dell’Ingv

Il personale dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia chiede non solo la condanna delle azioni israeliane, ma anche la sospensione dei rapporti bilaterali con Tel Aviv
“Agire contro le atrocità di Israele contro la popolazione palestinese”: la lettera dei dipendenti ai vertici dell’Ingv
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Un gruppo di dipendenti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) ha deciso di “rompere il silenzio” confrontandosi su come l’istituto sia chiamato a prendere una posizione netta sulle questioni etiche sollevate dai conflitti in corso e da ciò che sta accadendo, in particolare, in Palestina. Il risultato della discussione è stato una lettera indirizzata al Presidente, al Consiglio di Amministrazione e al Consiglio Scientifico dell’Ente, ai quali si chiedere di mettere in atto una serie di azioni per condannare le ripetute e gravissime violazioni dei diritti umani da parte del governo israeliano nella Striscia di Gaza. Alla base delle richieste, la convinzione che l’istituto “abbia una responsabilità nella costruzione di una società civile democratica che rispetti i diritti umani, il principio di autodeterminazione dei popoli e la tutela delle vite umane”.

“Nella Striscia di Gaza si sta consumando una gravissima catastrofe umanitaria, segnata da documentate violazioni dei diritti umani, dagli attacchi contro la popolazione civile e da una crisi alimentare di proporzioni drammatiche”, esordisce la lettera. Per questo, i dipendenti si sono rivolti ai vertici dell’istituto. Non solo per chiedere che condannino le violazioni compiute dallo Stato di Israele nella Striscia, ma anche per ottenere la sospensione degli accordi bilaterali Italia-Israele, tra cui il bando Maeci per i progetti di ricerca congiunti, e dei rapporti di collaborazione con istituzioni, enti e aziende che contribuiscono anche indirettamente alle azioni di Israele. Al contrario, i dipendenti firmatari chiedono che vengano predisposte partnership con studenti e studentesse palestinesi e che siano ampliati all’interno dell’Ingv i codici etici e di comportamento, in modo da tutelare l’istituto da rapporti di complicità e connivenza con realtà coinvolte in aggressioni e conflitti bellici condannati dalle Nazioni Unite. Ad esempio nella lettera si legge la richiesta di “costituire un Comitato che si occupi di monitorare e vigilare su accordi, progetti e collaborazioni affinché i principi etici siano rispettati”. La lettera, che al momento è stata firmata da circa il 35% del personale, conclude chiedendo di prendere urgentemente una posizione inequivocabile e di tradurre le richieste in un piano d’azione immediato.

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