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Ultimo aggiornamento: 19:03 del 18 Agosto

Israele escluso dalla Fiera del Levante, il sindaco di Bari Leccese a La7: “Antisemitismo? No, non tradiamo il nostro codice genetico”

Leccese respinge le accuse del centrodestra dopo l’esclusione di Israele dalla Fiera del Levante
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La decisione della Fiera del Levante di non ospitare lo Stato di Israele all’88esima Campionaria internazionale, in programma a Bari dal 13 al 21 settembre, accende il dibattito politico nazionale, scatenando polemiche e contrarietà soprattutto nel centrodestra. La scelta segue l’ordine del giorno approvato il 1° luglio dal Consiglio comunale di Bari, che ha chiesto l’interruzione dei rapporti commerciali con Israele, e l’appello formale del sindaco Vito Leccese, il quale negli ultimi giorni ha consegnato anche le chiavi della città a Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati, rafforzando il segnale politico della città.

Ospite a L’aria che tira, su La7, il primo cittadino risponde alle critiche e alle accuse di antisemitismo avanzate da alcuni esponenti del centrodestra: “Idealmente la città di Bari è scesa in piazza con il milione di israeliani ieri a Tel Aviv per manifestare il proprio dissenso contro le politiche di annientamento portate avanti dal governo di Netanyahu”.
Il sindaco rivendica che non si tratta di una posizione contro il popolo israeliano: “Nulla a che vedere con l’antisemitismo, nulla a che vedere con una presa di posizione contro il popolo israeliano”.
Ricorda, inoltre, che “il Consiglio Comunale a fine maggio ha approvato un importante ordine del giorno nel quale condanna sia Hamas perché poi in fondo il popolo palestinese è vittima sia di Hamas che del governo Netanyahu e allo stesso tempo condanna l’azione militare finalizzata all’annientamento sistematico che sta perpetrando nella striscia di Gaza il governo israeliano”.

Il sindaco richiama poi lo statuto della manifestazione fieristica: “Voglio ricordare che all’interno del codice etico e dello statuto della Fiera del Levante c’è l‘indisponibilità ad ospitare quei paesi che fondano la propria azione su azioni terroristiche o che hanno una finalità aggressiva nei confronti di altri paesi”.
Bari, spiega Leccese, agisce in coerenza con la propria storia: “La nostra è una città operatrice di pace e, se non avessimo aspettato un’azione di questo tipo, probabilmente avremmo tradito il nostro codice genetico, perché Bari è geneticamente terra d’incontro tra popoli e religioni e quindi è una comunità aperta, come dice il suo statuto”.

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