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Inchiesta urbanistica Milano, indagato anche il dg del Comune. La “sintonia” con Tancredi “in sfregio alle leggi”

Il funzionario - il cui nome era comparso sin dal giorno della richiesta di arresto - è stato iscritto in relazione al caso del Pirellino. Quando l'ex assessore alla Rigenerazione urbana aveva chiesto di essere "confermato" a Manfredi Catella, il dirigente aveva scritto nella chat: "Me lo tatuo sulla schiena"
Inchiesta urbanistica Milano, indagato anche il dg del Comune. La “sintonia” con Tancredi “in sfregio alle leggi”
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Christian Malangone, direttore generale del Comune di Milano, è indagato per induzione indebita sulla vicenda del Pirellino nell’inchiesta sull’urbanistica milanese. Il nome di Malangone – la cui iscrizione è stata anticipata dal Corriere della Sera – era comparso già dal primo giorno in cui, il 16 luglio, i pm avevano chiesto l’arresto di sei indagati: l’ex assessore Giancarlo Tancredi, l’imprenditore Manfredi Catella, l’architetto ed ex manager J+S Federico Pella, l’imprenditore di Bluestone Andrea Bezziccheri, l’ex presidente della Commissione paesaggio Giuseppe Marinoni e l’ex componente Alessandro Scandurra, entrambi architetti. Su Tancredi e Marinoni oggi il Tribunale del Riesame – che nei giorni scorsi ha annullato gli arresti di Scandurra e Bezziccheri – ha tenuto l’udienza dopo i ricorsi delle difese.

Malangone – Nella richiesta di arresto i pm Mauro Clerici, Paolo Filippini e Marina Petruzzella scrivevano che i documenti acquisiti nelle diverse inchieste sulle operazioni edilizie a Milano indicano un “sistema urbanistico edilizio deviato di Milano” e riconducono “ancora una volta alle eversive degenerazioni in cui opera la Commissione per il paesaggio, nonché alla strumentalizzazione che ne fa la parte politica, principalmente l’assessore Tancredi, in sintonia con il sindaco Sala e il direttore generale Christian Malangone (servendosi del faccendiere Marinoni), per portare avanti relazioni private con gruppi della finanza immobiliare attivi a Milano e la soddisfazione dei loro interessi”.

Riferendosi di Marinoni, presidente fino ad aprile della Commissione paesaggio del Comune di Milano, gli inquirenti scrivevano che emerge la “sua mancanza di indipendenza, ricattabilità e cedevolezza alle pressioni del sindaco” Giuseppe Sala, “dell’assessore Tancredi, del direttore generale Malangone, di Manfredi Catella e di Stefano Boeri“. Tutti indagati appunto in relazione all’imputazione per induzione indebita a dare o promettere utilità sul caso del Pirellino. Ma solo gli inquirenti scrivevano che dagli “scambi di chat” tra Marinoni r Pella, manager della società J+S, “emerge” che il “sindaco Sala e il direttore generale Malangone”, dg del Comune di Milano, “condividono e appoggiano le strategie di Marinoni” e delle società “coinvolte” nelle operazioni immobiliari.

La chat del Pirellino Nei giorni scorsi l’aggiunta Tiziana Sicilianoche oggi ha spiegato che l’impianto probatorio è solido e la procura andrà avanti con l’inchiesta – e i pm avevano depositato circa 4mila pagine di chat estrapolate dai telefoni che sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza durante le recenti perquisizioni. Tra queste, anche quelle contenute un gruppo chiamato “Pirellino” del quale facevano parte Catella, Tancredi e appunto Malangone. Tra le conversazioni agli atti dell’inchiesta, anche una del 2022 che dimostrerebbe come già da allora “sia stato creato una sorta di ‘ufficio di coordinamento’ extra-istituzionale riferito ai progetti Porta Romana, Valtellina Farini e Pirelli 39, destinato a riunirsi con cadenza periodica fissa, al quale hanno partecipato – probabilmente in modo del tutto informale – sia funzionari del Comune sia funzionari di Coima”. In un’altra chat Marinoni scrive a Catella: “Ciao Manfredi come stai? Quando hai tempo una mezz’ora che vorrei mostrarti la strategia su Roma? Simile a quella che ti ho mostrato su Milano”. Per i pm, un “segno allarmante che l’espansionismo ‘strategico’ di Manfredi Catella e anche di Giuseppe Marinoni, che vuole essergli al seguito, da Milano si è esteso pericolosamente anche al territorio di Roma”.

“Me lo tatuo sulla schiena” – “Malangone compare anche in un’altra conversazione significativa della chat Pirellino. Quella in cui Tancredi chiedeva a Catella: “Ma mi confermi come assessore?” ricevendo questa risposta dall’imprenditore di Coima “Voi siete i best ever. Io se volete vi faccio da segretario” mentre Malangone, aggiungeva: “Me lo tatuo sulla schiena”. Nello scambio, depositato dai pm ai giudici del Riesame, erano accompagnati da queste osservazioni: “Tancredi è consapevole del fatto che, grazie alla sua azione, gli interessi di Coima vengono massimizzati, tant’è che ironizza su una sua riconferma come assessore alla Rigenerazione Urbana da parte di Catella in persona, come se quest’ultimo fosse il sindaco di Milano”. Gli inquirenti hanno poi sottolineato che “il quadro generale in cui si collocano le condotte degli indagati risulta aggravato, al punto da assumere dimensioni sconcertanti e di autentico allarme sociale, in termini del mercimonio della funzione pubblica consumata dall’assessore Tancredi in sintonia con il segretario generale Malangone, di sfregio delle leggi e di attentato alla democrazia urbanistica”.

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