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Botulino a Cagliari: i Nas perquisiscono la sede di Fiesta Latina in Piemonte. Sequestrati cibi e bevande

Nella sede piemontese dell'associazione Fiesta Latina sequestrati cibo e bevande per oltre 30mila euro, ma su quanto accaduto in Sardegna l'avvocato dice "utilizzati prodotti sigillati, tutti conservati adeguatamente"
Botulino a Cagliari: i Nas perquisiscono la sede di Fiesta Latina in Piemonte. Sequestrati cibi e bevande
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Dopo il caso di Roberta Pitzalis, la donna morta per botulino a Cagliari dopo aver mangiato cibo con guacamole alla Fiesta Latina di Monserrato, il reparto Nas dei carabinieri di Torino, su indicazione della procura sarda, ha effettuato un controllo a Vigone (To), nella sede centrale dell’associazione Fiesta Latina. Lo riporta il Corriere della Sera, che ha provato a raggiungere Cristian Gustavo Vincenti, 55 anni, imprenditore di origine argentina, rappresentante legale dell’associazione e unico indagato per la morte della donna. “No comment, scusi, ma in questo momento non posso proprio dire nulla”, è stata la replica dell’uomo.

Durante la perquisizione non sono stati trovati lotti di “avocado pulp“, il prodotto già sequestrato in Sardegna, ma gli uomini dell’arma hanno comunque rinvenuto prodotti conservati in modo inadeguato: pacchi di riso, conserva di pomodoro, farina, bottiglie di alcolici e analcolici per circa 30mila euro, situazione per cui Vincenti è stato denunciato. “Si tratta di prodotti che non devono essere conservati in frigorifero — ha commentato al quotidiano Maurizio Mereu, legale di Vincenti —. Non c’è nessun divieto di continuare l’attività che però l’associazione ha deciso comunque di interrompere volontariamente“, mentre si attendono gli sviluppi dell’inchiesta in corso in Sardegna. L’associazione ha diffuso diversi comunicati tramite social, specificando che la sicurezza dei clienti “rappresenta per noi la massima priorità”. “Non abbiamo ancora tutte le risposte, ma comunicheremo la data di ripresa una volta ottenuta l’autorizzazione dalle autorità sanitarie“, dicono.

L’avvocato Mereu ha inoltre aggiunto che il suo cliente “è molto provato per quello che è successo, indipendentemente da ipotesi di colpa che devono essere ancora provate”. Specificando ancora una volta che “sono stati utilizzati prodotti sigillati, a filiera controllata, acquistati presso la grande distribuzione. Erano tutti conservati adeguatamente, non c’era modo di prevenire quello che è successo”.

Oltre alla donna morta sono state sette le persone intossicate. Tra queste un bambino di 11 anni, poi trasferito in gravi condizioni al Policlinico Gemelli di Roma, dove è stato operato per migliorare la capacità respiratoria. Quattro persone sono state dimesse nei giorni scorsi. Ancora ricoverate in ospedale a Monserrato una ragazzina di 14 anni e una donna di 62. Subito dopo l’episodio Metro Italia ha ritirato dal commercio i lotti di polpa d’avocado a marchio Metro Chef utilizzati per preparare la salsa.

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