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Gaza, appello dei paesi Ue: “Israele faccia entrare le Ong nella Striscia”. Hamas: “Altri 5 morti di fame”. Tel Aviv: “Cifre gonfiate”

L'appello per l'ingresso degli aiuti a Gaza sottoscritto anche dall'Italia. Intanto il ministero della Salute della Striscia riferisce che nelle ultime 24 ore almeno 89 palestinesi, di cui 31 che chiedevano aiuti umanitari, sono stati uccisi da attacchi israeliani
Gaza, appello dei paesi Ue: “Israele faccia entrare le Ong nella Striscia”. Hamas: “Altri 5 morti di fame”. Tel Aviv: “Cifre gonfiate”
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Il Consiglio d’Europa invita gli Stati dell’Unione a non autorizzare l’invio di armi a Israele. “Il conflitto a Gaza ha raggiunto proporzioni disastrose e continua a causare immense sofferenze umane”. Per questo, ha detto il Commissario per i diritti umani dell’organo consultivo della Commissione Ue, Michael O’Flaherty, “ribadisco il mio invito agli Stati membri a fare tutto il possibile per prevenire e affrontare le violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani nel contesto del conflitto a Gaza”. Tra le varie declinazioni di questo principio, prosegue O’Flaherty, c’è “l’applicazione delle norme giuridiche esistenti per garantire che i trasferimenti di armi non siano autorizzati laddove sussista il rischio che possano essere utilizzati per commettere violazioni dei diritti umani”. Si tratta di un’indicazione di massima: il Consiglio d’Europa non va confuso con il Consiglio europeo, che è la sede in cui i leader dei 27 Stati membri definiscono le politiche dell’Unione.

Un altro appello di stampo europeo arriva da Kaja Kallas. “Chiediamo al governo israeliano di autorizzare tutte le spedizioni di aiuti delle ONG internazionali e di consentire agli operatori umanitari essenziali di svolgere le loro attività. È necessario adottare misure immediate, permanenti e concrete per facilitare l’accesso sicuro e su larga scala delle Nazioni Unite, delle ONG internazionali e dei partner umanitari”, afferma un comunicato diffuso dall’alto rappresentante Ue e firmato dai Paesi Ue ed extra-Ue come Australia, Regno Unito e Giappone . “La carestia a Gaza si sta diffondendo sotto i nostri occhi”, si legge ancora nell’appello sottoscritto anche dall’Italia. “La situazione umanitaria richiede azioni urgenti, rafforzando l’impegno umanitario a favore di Gaza – si legge in una nota della Farnesina – Già nelle scorse settimane, nei vari contatti con il Governo israeliano, l’Italia aveva sollecitato un’apertura agli aiuti e si era impegnata per moltiplicare gli sforzi a favore delle fasce più vulnerabili della popolazione della Striscia”.

Nella Striscia, intanto, si continua a morire. Sono almeno 18 i morti negli attacchi lanciati oggi dall’esercito israeliano, riporta Al Jazeera. Nelle ultime 24 ore almeno 89 palestinesi, di cui 31 richiedenti aiuti, sono stati uccisi e 513 feriti negli attacchi israeliani a Gaza, riferisce il ministero della Salute, controllato da Hamas, che ha registrato anche “cinque decessi dovuti a carestia e malnutrizione nelle ultime 24 ore, tra cui due bambini”, il che porta il numero totale di decessi correlati alla fame registrati dal 7 ottobre 2023 a 227, di cui 103 bambini. Il complesso medico Nasser, riferisce sempre l’emittente qatarina, ha inoltre confermato la morte di Jamal Fadi al-Najjar, bimbo di 6 anni deceduto a causa di una malattia causata dalla fame a Khan Younis, nel sud dell’enclave.

Tel Aviv, però, contesta le cifre fornite dalle autorità di Gaza. Il Cogat, l’agenzia del ministero della Difesa che coordina le attività governative nei territori, sostiene che Hamas abbia gonfiato il numero delle persone morte a Gaza per malnutrizione. L’organismo ha pubblicato un nuovo rapporto in cui si afferma che “non vi è alcun segno di malnutrizione diffusa” nella Striscia e si contestano le Nazioni Unite che da settimane lanciano l’allarme sul rischio di “carestia diffusa” e la presenza di 300mila bambini a rischio “malnutrizione acuta”. Il Cogat afferma di aver condotto una “revisione approfondita” dei dati e delle cifre di Hamas sui decessi dovuti a malnutrizione rilevando “una significativa discrepanza” tra le cifre diffuse dalle autorità palestinesi e “i casi documentati, con dettagli identificativi completi” nei media e sui social network, il che “solleva dubbi sulla loro credibilità”. “L’analisi caso per caso dei decessi pubblicati mostra che la maggior parte delle persone emaciate soffriva di condizioni mediche preesistenti che hanno portato al deterioramento della loro salute, indipendentemente dal loro stato nutrizionale”.

Sul fronte diplomatico, intanto, una delegazione di Hamas è impegnata al Cairo in colloqui con funzionari egiziani per ricucire le relazioni. I mediatori Egitto e Qatar con l’aiuto della Turchia, riferisce Sky News Arabia, hanno presentato ai negoziatori di Hamas una nuova proposta di cessate il fuoco a Gaza che includerebbe la fine della guerra e il rilascio di tutti gli ostaggi, sia vivi che morti. L’accordo prevede inoltre la liberazione di prigionieri palestinesi e il ritiro dell’esercito israeliano “sotto la supervisione arabo-americana” finché non sarà raggiunto un accordo sul disarmo di Hamas e la sua uscita dal governo di Gaza. Durante questa fase, la Turchia e altri mediatori garantirebbero che Hamas congeli le sue attività militari, consentendo colloqui per porre fine definitivamente alla guerra.

Se Hamas accetterà i termini della nuova proposta, questa verrà inviata ai mediatori americani per essere poi trasmessa a Israele, riferisce ancora il sito di Sky News Arabia presentando l’iniziativa di Egitto e Qatar come volta a “togliere a Benjamin Netanyahu ogni scusa per occupare Gaza”.

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