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Al via l’Ires premiale per le imprese: ecco come funziona, i requisiti e i casi di decadenza

Firmato il decreto che dà attuazione all’incentivo introdotto con la Legge di Bilancio 2025, che prevede una riduzione dell’aliquota dell’imposta di quattro punti percentuali, dal 24% al 20%
Al via l’Ires premiale per le imprese: ecco come funziona, i requisiti e i casi di decadenza
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L’Ires premiale diventa operativa. Firmato il decreto che dà attuazione all’incentivo introdotto con la Legge di Bilancio 2025, che prevede una riduzione dell’aliquota dell’imposta di quattro punti percentuali, dal 24% al 20%. La misura è riservata alle aziende che investono nella produzione e assumono nuovo personale.

Per riuscire a comprendere nel dettaglio come funziona il nuovo incentivo, però, è necessario ricordare cos’è l’Ires: acronimo di Imposta sui redditi delle Società, deve essere versata dalle aziende che producono degli utili, ossia profitti. In un certo senso si può affermare che funziona in modo simile all’Irpef che devono versare le persone fisiche. Nel corso di un determinato periodo d’imposta le società di capitale – universo che comprende le Spa, le Srl e le srls – sostengono dei costi e producono fatturato: la differenza tra queste due voci è il margine di guadagno, sul quale è necessario versare l’Ires, che ha un’aliquota del 24%.

Come funziona l’Ires premiale

L’Ires premiale è un incentivo alle imprese che investono l’80% degli utili risultanti dal bilancio chiuso al 31 dicembre 2024: per loro l’aliquota scende dal 24% al 20%. È necessario, però, che gli utili rimangono iscritti a patrimonio netto – non devono, quindi, essere distribuiti tra i soci – per tre annualità: il 2024, il 2025 ed il 2026. Ma non solo: di questi almeno il 30% deve essere destinato a investimenti in beni 4.0 e 5.0 (non è necessario effettuare degli investimenti diretti, ma è possibile ricorrere anche alla locazione finanziaria). Devono essere acquistati, in altre parole, macchinari interconnessi e software.

Nuovi posti di lavoro

Per accedere all’Ires premiale, inoltre, l’impresa si deve impegnare ad assumere nuovi dipendenti, che devono crescere almeno dell’1% rispetto a quelli che sono già presenti. Per il periodo d’imposta 2025 è necessario che il numero di unità lavorative annue sia pari o superiore rispetto alla media registrata nel triennio compreso tra il 2022 ed il 2024. L’azienda, inoltre, nel 2024 e nel 2025 non deve aver fatto ricorso alla cassa integrazione.

Non possono beneficiare dell’Ires premiale le società in liquidazione ordinaria o quelle che sono assoggettate a procedure concorsuali. Ne sono esclusi anche i soggetti Ires che hanno aderito a dei regimi forfettari e quelli che hanno chiuso in perdita il 2023.

La cause di decadenza

L’Ires premiale viene revocato nel caso in cui la quota di utile che è stata accantona dovesse essere distribuita nel 2025 o nel 2026. L’agevolazione decade, inoltre, nel caso in cui i beni acquistati dovessero essere dismessi, ceduti o delocalizzati prima che siano decorsi 5 anni dall’acquisto, sempre che non siano sostituiti con dei beni analoghi o superiori.

Nell’eventualità in cui l’azienda dovesse decadere dall’agevolazione è tenuta a restituire la differenza d’imposta, che dovrà essere versata entro il saldo del periodo nel quale l’evento si è verificato.

Quando entrerà in funzione

Per tutto il 2025 l’Ires premiale sarà sperimentale: è possibile che con la prossima manovra possa essere prorogata o diventare addirittura strutturale, nel caso in cui quest’anno dovesse funzionare. Ricordiamo che l’agevolazione coinvolge il periodo d’imposta 2025: dovrà essere gestita all’interno del Modello Redditi del 2026.

L’obiettivo dichiarato dell’iniziativa è quello di incentivare l’occupazione, frenata dalla bassa produttività.

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