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Il parroco di Pax Christi Nandino Capovilla respinto in aeroporto a Tel Aviv: “Ragioni di sicurezza pubblica”

Il sacerdote, in missione insieme al movimento pacifista, ha ricevuto un "diniego di ingresso" in Israele. Da poco aveva pubblicato un libro su Gaza
Il parroco di Pax Christi Nandino Capovilla respinto in aeroporto a Tel Aviv: “Ragioni di sicurezza pubblica”
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Don FerdinandoNandinoCapovilla, parroco veneziano in missione con il movimento pacifista cattolico Pax Christi, è stato bloccato lunedì alla frontiera dell’aeroporto di Tel Aviv ricevendo un “diniego di ingresso” in Israele. Il provvedimento è stato adottato sulla base di ragioni di “ordine o sicurezza pubblica“. Capovilla era atterrato insieme a una delegazione di una quindicina di pellegrini in arrivo da Roma e da Venezia, guidata dal presidente di Pax Christi, l’arcivescovo Giovanni Ricchiuti, nell’ambito della campagna “Ponti e non muri”. Raggiunto dall’Ansa, Ricchiuti ipotizza che il respingimento di don Nandino sia dovuto alla recente pubblicazione del suo libro “Sotto il cielo di Gaza“, una raccolta di testimonianze dalla Striscia.

A quanto riferisce Avvenire, Capovilla dovrà passare la notte in una struttura delle autorità israeliane e verrà rimpatriato martedì con il primo volo disponibil: una nota della Farnesina comunica che il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha chiesto ai diplomatici dell’ambasciata d’Italia di seguire il caso con le autorità israeliane. Il sacerdote è noto per le sue iniziative in favore dei diritti umani, sempre improntate alla nonviolenza: ha denunciato più volte gli attacchi sui civili e la catastrofe umanitaria in corso nella Striscia. A causa dell’espulsione, se in futuro vorrà tornare in Terrasanta dovrà chiedere un apposito visto.

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