L’ambulante del caso botulino: “Tenevo i barattoli dei broccoli aperti, li volevo mostrare ai clienti”. Indagati due medici
“Tenevo i barattoli dei broccoli aperti, li volevo mostrare ai clienti per attirarli, poi la sera li riponevo in frigo”. L’ambulante di Diamante indagato per omicidio colposo, riferisce Repubblica in edicola sabato 9 agosto, lo ha riferito al procuratore capo di Paola, Domenico Fiordalisi, che sta indagando sul caso dei due morti e 16 intossicati per botulino in Calabria, tutti accomunati dall’aver assaggiato i panini broccoli e salsiccia di Peppino sul lungomare.
Un’ammissione? Non proprio, visto che secondo quanto riporta il Corriere della Sera sempre nell’edizione di sabato 9 agosto, nel corso dell’interrogatorio durato tre ore il venditore dei panini, Giuseppe Santocito, avrebbe inizialmente buttato la palla nel campo di chi gli ha venduto la materia prima (“non lavoro con prodotti miei, ma utilizzo solo quelli preparati”). E poi ha difeso il suo metodo di preparazione: “Con un barattolo faccio 4-5 panini, quindi consumo tutto il contenuto delle conserve. Alla sera, quando chiudo, non ho rimanenze e il resto lo rimetto in frigo”, ha detto aggiungendo che in 9 anni di onorata professione “è la prima volta che accade che qualcuno si senta male o addirittura muoia dopo aver mangiato i miei panini. Sono disperato, ditemi cosa posso fare per togliermi da dentro questo enorme peso”.
E così la procura sta battendo tutte le piste e ha iscritto nel registro degli indagati anche i due rappresentanti legali delle ditte produttrici degli ingredienti del panino, insieme al macellaio che ha fornito la salsiccia, con i risultati degli esami chimici dell’Istituto superiore di sanità che sono attesi per mercoledì. Indagati, poi, due medici della clinica privata Tirrenia di Belvedere Marittimo che, secondo quanto riferito dalle sorelle di una delle due vittime, Luigi di Sarno, avrebbe respinto il paziente ben due volte senza una diagnosi e tanto meno una cura. Nella stessa struttura si era recata anche Tamara D’Acunto, l’altra vittima di Diamante, che era stata invitata dai medici della clinica ad andare in un ospedale pubblico, dove non è mai arrivata. Il collegamento con i panini di Peppino è stato fatto dal fratello dopo il funerale e così la procura ha disposto la riesumazione della salma che sarà analizzata martedì come quella dell’altra vittima.
Intanto sono migliorate le condizioni delle quattordici persone ricoverate nell’ospedale di Cosenza per l’intossicazione da botulino. Degli 11 pazienti ricoverati in terapia intensiva, quattro sono stati dimessi nei reparti dell’area medica nel pomeriggio di sabato. Tra i ricoverati ci sono 5 minori. I pazienti che hanno ricevuto l’antidoto contro il botulino sono in tutto 9, compresi due dei quattro che hanno lasciato la terapia intensiva. In serata l’elicottero del 118 atterrerà a Zumpano per la consegna di altre tre fiale di antitossina botulinica, a scopo preventivo e di scorta.
Nell’inchiesta sono tre le persone indagate a vario titolo per i reati di omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive. La vicenda, secondo la ricostruzione della procura, ha avuto inizio tra domenica 3 e martedì 5 agosto, quando le vittime e i contagiati hanno consumato un alimento potenzialmente contaminato, contenuto all’interno di alcuni panini venduti dall’ambulante a Diamante. Tra le 24 e le 48 ore successive sono emersi i primi sintomi. Dopo i primi ricoveri presso l’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, la procura ha disposto il sequestro del furgone adibito alla vendita ambulante, al fine di impedire la prosecuzione dell’attività e consentire i necessari accertamenti tecnici. L’attività investigativa – informa la procura di Paola – prosegue con l’obiettivo di individuare eventuali responsabilità ulteriori e acquisire ogni elemento utile alla completa ricostruzione dei fatti.