Lauree inventate nel curriculum: l’incredibile scandalo che scuote la destra in Spagna. Effetto domino tra Popolari e Vox: già 5 politici coinvolti
La Spagna è nuovamente alle prese con una crisi di legittimità politica. Dopo lo scandalo di corruzione che ha coinvolto figure vicine al premier socialista Pedro Sánchez, e quello dell’ex ministro del Partito popolare Cristóbal Montoro, accusato di favoritismi fiscali, una nuova tempesta travolge ora il panorama politico: titoli universitari falsi o semplicemente inventati da parte di vari esponenti del centrodestra. Un terremoto che scuote le fondamenta del bipartitismo spagnolo, come accadde durante la crisi economica del 2008. Ma con una differenza cruciale: se allora l’indignazione popolare si riversava nelle piazze attraverso il movimento degli indignados e dava vita a nuove formazioni politiche come Podemos, oggi la rabbia sociale si manifesta principalmente sui social network e viene intercettata — e amplificata — dalla destra radicale, come dimostrano i recenti fatti di Torre Pacheco.
Mentre Vox consolida la sua presenza nei governi regionali e il PP stringe alleanze con gli ex nemici ideologici, una raffica di scandali legati a curricula manipolati sta erodendo la credibilità dell’intero blocco conservatore.
Falsi laureati e master inventati: la farsa dei titoli accademici
Nel giro di pochi giorni cinque esponenti della destra spagnola — quattro del PP e uno di Vox — sono finiti nell’occhio del ciclone per aver mentito sul proprio percorso accademico. Alcuni si sono dimessi, altri resistono, protetti dalla macchina partitica. Il primo caso è stato sollevato dal sito investigativo El Plural, che ha svelato la menzogna di Ignacio Higuero, uomo del partito di Santiago Abascal e assessore alla Gestione Forestale del governo regionale PP-Vox in Extremadura. Higuero dichiarava una laurea in Marketing ottenuta all’università privata CEU San Pablo, ma al momento indicato l’ateneo non era ancora stato fondato e i corsi di laurea in Marketing in Spagna non esistevano prima dell’anno accademico 2009/2010. Dopo la pubblicazione dell’inchiesta, l’assessore si è dimesso, ma il caso ha innescato un effetto domino.
La vicenda più clamorosa riguarda Noelia Núñez, giovane deputata del PP e figura in ascesa vicina alla presidenza nazionale del partito guidato da Alberto Núñez Feijóo. Fino a pochi giorni fa, circolavano ben tre versioni diverse del suo curriculum accademico. Al Congresso dei Deputati affermava di avere un doppio titolo in Giurisprudenza e Scienze Giuridiche dell’Amministrazione Pubblica. Al Comune di Fuenlabrada, dove è capogruppo dell’opposizione, dichiarava di studiare Giurisprudenza all’Università Complutense e di aver frequentato Filologia Inglese presso l’Uned. Infine all’università privata Francisco Marroquín di Madrid — dove insegna Scienze Politiche — risultava avere una laurea in Filologia Inglese e una in Diritto conseguita negli Stati Uniti, alla University of Central Missouri.
Martedì scorso, dopo ore di silenzio, Núñez ha ammesso tutto in una serie di undici messaggi su X: non ha completato alcun corso di laurea. “Era tutto falso“, ha scritto, annunciando le dimissioni da tutti i suoi incarichi pubblici.
Chi si dimette, chi ritocca
Non tutti però seguono l’esempio di Núñez. Il presidente del Senato Pedro Rollán — quarta carica dello Stato — ha semplicemente modificato il proprio profilo ufficiale sul sito dell’istituzione dopo che i media avevano scoperto l’inesistenza di tre master da lui dichiarati. Il Partito Popolare lo difende, parlando di “errori formali”, ma il caso ha sollevato interrogativi sull’etica della classe dirigente. Anche Ana Millán, vicepresidente dell’Assemblea di Madrid e anche lei del Pp, è finita sotto accusa. Nei materiali elettorali del 2003 e del 2007 veniva presentata come laureata in Scienze Politiche. In realtà possiede soltanto un diploma triennale in Gestione e Amministrazione Pubblica. Una differenza tutt’altro che marginale.
Università private, politica e titoli gonfiati
In questo contesto è emerso il nome di Miguel Ángel Rodríguez, potente capo di gabinetto della presidente madrilena Isabel Díaz Ayuso ed ex portavoce del governo Aznar. Secondo El Plural, Rodríguez sarebbe il regista di una rete opaca di “certificazioni accademiche” gonfiate, costruita con il supporto di centri di formazione privati di dubbia qualità. Una strategia che avrebbe permesso di arricchire i profili di numerosi dirigenti politici con titoli che, nella sostanza, non hanno alcun valore accademico.
Negli ultimi trent’anni la Spagna ha assistito a un’esplosione dell’istruzione superiore privata: l’ultima università pubblica è stata inaugurata a Cartagena nel 1998, mentre le università private sono salite a 46. A Madrid in particolare si è sviluppata una rete di centri privati con forti connessioni politiche. Alcuni di questi istituti sono stati utilizzati per “simulare” percorsi universitari mai completati.
Un esempio emblematico è quello dell’Istituto Séneca, citato nel curriculum di Ayuso. La leader del PP madrileno vi affermava di aver conseguito un master in Comunicazione Politica e Protocolo, ma in realtà si trattava di corsi di formazione generici, senza valore legale. Le immagini dell’Istituto lo mostrano come una struttura modesta, priva di infrastrutture accademiche, che condivide lo stabile con altre attività commerciali.
Crisi del bipartitismo senza i movimenti sociali
Il Partito Popolare cerca di ridurre il tutto a una somma di “casi isolati”. Ma l’opinione pubblica si interroga: siamo di fronte a semplici errori individuali o alla punta dell’iceberg di una crisi sistemica che coinvolge un’intera generazione di dirigenti politici?
C’è un dato che distingue questa crisi da quella del 2011: oggi l’indignazione non si trasforma in domanda di partecipazione democratica, bensì in sfiducia, disillusione e polarizzazione. Il malcontento viene capitalizzato da Vox e dalla destra estrema, che ne approfittano per alimentare una narrazione populista, razzista e anti-élite, cavalcando la rabbia diffusa grazie alla cassa di risonanza dei social network. Si è visto recentemente nelle ronde razziste di Torre Pacheco, o nei tentativi di replicare la strategia xenofoba in luoghi come Sabadell. Una estate che preannuncia un autunno ancora più caldo mentre mancano ancora due anni per concludere la complessa e instabile legislatura di Sánchez.
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Nella foto in alto | A sinistra il post in cui la deputata del Pp Noelia Núñez ammette i titoli non reali; a destra il presidente del Senato Pedro Rollán