
Il 29 luglio Lucia Goracci stava realizzando un servizio sull'uccisione dell'attivista palestinese Awdah Athaleen nel villaggio di Umm al Kheir, nella Cisgiordania meridionale
“Ci sono dei coloni che stanno cercando di impedirci di fare questa diretta, per ora solo usando i clacson”, dice Lucia Goracci davanti alla telecamera. Poi la situazione si è fatta più tesa e uno di loro “ci ha chiuso la via d’uscita con il suo pick-up. Ha cominciato a sgommare. Alla fondina aveva una pistola“, ha racconto a La Repubblica l’inviata del Tg3. “Oggi a Umm al Kheir ero a raccontare l’uccisione di Awdah Athaleen, da parte del più impunito dei coloni, Ynon Levi – ha spiegato Goracci, che il 29 luglio stava realizzando un servizio con il suo operatore Ivo Bonato a poca distanza dall’insediamento di Carmel, sulle colline a sud di Hebron, nella Cisgiordania meridionale -. Sulla strada, ormai soli fuori dal villaggio, durante una diretta siamo stati affrontati da un colono. Ci ha fotografato, ha verificato chi fossimo e ha cominciato a dirmi: tu sei appena stata nel villaggio palestinese. Ivo ed io attendevamo la linea. Lui ci ha chiuso la via d’uscita con il suo pick-up. Ha cominciato a sgommare. Alla fondina aveva una pistola. Continuava a ripetermi il nome del villaggio, Umm al Khair e a dirmi: ‘Liar, friend of filastin'”. Tradotto in italiano: “Bugiardi, amici dei palestinesi”.