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Mattarella nella lista dei russofobi per il Cremlino. Meloni: “Propaganda”. La Farnesina convoca l’ambasciatore di Mosca

Il riferimento al Capo dello Stato è al discorso pronunciato all’Università di Marsiglia, in occasione del conferimento della laurea honoris causa il 5 febbraio del 2025

La Farnesina ha convocato l’ambasciatore russo in Italia dopo la pubblicazione sul sito ministero degli Esteri di una lista di “esempi di manifestazione di russofobia“: nomi tra i quali compaiono anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro della Difesa Guido Crosetto e il titolare della Farnesina Antonio Tajani. Proprio il ministro degli Esteri, dopo la convocazione del diplomatico russo, ha dichiarato di considerare l’inserimento della persona del capo dello Stato in questo elenco una provocazione alla Repubblica e al popolo italiano e offre la sua solidarietà istituzionale e personale al presidente Mattarella. “La pubblicazione da parte del Ministero degli Esteri di una lista di presunti “russofobi”, accusati di aver “incitato all’odio” contro la Russia, non è altro che l’ennesima operazione di propaganda, finalizzata a distogliere l’attenzione dalle gravi responsabilità di Mosca, ben note alla comunità internazionale e che la comunità internazionale ha condannato fin dall’inizio”, ha dichiarato Giorgia Meloni. “Desidero, per questo, rivolgere la mia solidarietà al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ai ministri Antonio Tajani e Guido Crosetto e a tutti coloro che sono stati destinatari di questa inaccettabile provocazione”. E la presidente del Consiglio ha aggiunto che “l’Italia ha scelto con fermezza di stare al fianco dell’Ucraina di fronte alla brutale guerra di aggressione scatenata dalla Russia ormai tre anni fa, e continua a garantire il proprio sostegno al popolo ucraino nella sua eroica resistenza”.

Il riferimento al Capo dello Stato è al discorso pronunciato all’Università di Marsiglia, in occasione del conferimento della laurea honoris causa il 5 febbraio del 2025, nel quale ha paragonato la Russia al Terzo Reich nazista per il suo attacco all’Ucraina. Un paragone inaccettabile per la portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zakharova, che ha bollato le sue parole come “invenzioni blasfeme“. “Il risultato fu un rafforzamento dello spirito di conflitto piuttosto che di cooperazione, nonostante la consapevolezza della necessità di affrontare e risolvere i problemi su più ampia scala. Ma prevalse il principio di predominio, non la cooperazione. E queste furono guerre di conquista. Questo era il piano del Terzo Reich in Europa. L’attuale aggressione russa contro l’Ucraina è di questa natura”, il passaggio del Capo dello Stato pubblicato sul portale ufficiale della diplomazia russa. “I rappresentanti dell’establishment politico occidentale e del regime di Kiev sembrano competere anno dopo anno in fervore russofobo nei loro discorsi e dichiarazioni pubbliche. Quasi ogni giorno, l’’incitamento all’odiò viene apertamente utilizzato contro la Russia e i suoi popoli. In questa sezione, registriamo gli esempi più evidenti”, viene spiegato.

Nella sezione dedicata all’anno 2024, oltre ad un’altra frase di Mattarella pronunciata in occasione dell’80esimo anniversario della battaglia di Montecassino presso il cimitero militare polacco (“La tragedia del popolo ucraino ci ricorda la distruzione che ha colpito i Paesi europei e ci invita a rinnovare il nostro impegno nella difesa della pace, della libertà e dello stato di diritto dai regimi dittatoriali, valori per i quali coloro che sono morti qui hanno dato la vita”), vengono nominati anche Antonio Tajani e Guido Crosetto. Per quanto riguarda il ministro degli Esteri si fa riferimento a un’intervista rilasciata al Messaggero il 24 febbraio 2024 dove il titolare della diplomazia italiana auspicava le bandiere ucraine alla marcia del 25 aprile perché “i combattenti ucraini, come i partigiani combattono per la libertà”. Per quanto riguarda il titolare della Difesa invece viene citata un’intervista al Messaggero del 6 maggio 2024. “Temo che Putin voglia tutta l’Ucraina, e nessuno garantisce che si fermerà lì. È ovvio che ha in mente un ordine internazionale in cui chi è più forte prende gli altri Paesi se e quando vuole”, la frase di Crosetto pubblicata sul sito del ministero degli Esteri russo.

La lista comprende anche dichiarazioni del cancelliere tedesco Friedrich Merz, del presidente francese Emmanuel Macron, tre del segretario generale della Nato Mark Rutte e ben sette dell’Alto commissario per la politica estera della Ue, Kaja Kallas. Una sola invece per gli Usa: un’affermazione del senatore Lindsay Graham che recentemente, facendo un parallelo con i raid americani sull’Iran, ha ipotizzato che gli Stati Uniti avrebbero potuto bombardare la Russia se Mosca non avesse osservato l’ultimatum di 50 giorni (ora ridotto a 10) imposto dal presidente Donald Trump per fare la pace con l’Ucraina. “Se Putin e gli altri si chiedono cosa succederà al giorno 51, consiglio loro di telefonare all’Ayatollah”, ha scritto su X il senatore. Interessante osservare il confronto tra 2024 e 2025 per la lista di citazioni che riguardano gli Stati Uniti: con l’amministrazione Biden le frasi contestate erano 9, con Trump solo una. Segno di come col cambio di rotta alla Casa Bianca, sia virato anche il rapporto tra i due Paesi.