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Matteo Ricci interrogato per 5 ore dai pm. “Ribadita la mia estraneità, torno a fare campagna tra la gente e per la gente”

L'ex sindaco di Pesaro - ora candidato alla presidenza delle Marche - è indagato in un'inchiesta per corruzione: "Sono molto sereno e determinato". Oggi le possibili decisioni di Conte
Matteo Ricci interrogato per 5 ore dai pm. “Ribadita la mia estraneità, torno a fare campagna tra la gente e per la gente”
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E’ durato 5 ore l’interrogatorio di Matteo Ricci, l’ex sindaco di Pesaro, oggi candidato del centrosinistra alla Regione Marche. “Ho risposto a ogni domanda, e ho raccontato tutto ciò che so rispetto ai fatti contestati e rispetto alla mia attività da sindaco”, ha detto una volta uscito dagli uffici della guardia di finanza e ha aggiunto: “Ho ribadito la mia assoluta estraneità ai fatti. E anzi ho apportato anche un contribuito ulteriore per l’accertamento della verità. Ringrazio quindi i magistrati per il loro lavoro, sono molto sereno e determinato e adesso torno a quello che ho sempre fatto: fare campagna elettorale tra la gente e per la gente”. Questo interrogatorio era atteso anche per le conseguenze politiche: ieri il leader M5s Giuseppe Conte ha chiesto ai gruppi pentastellati delle Marche – alcuni poco convinti che sia il caso di mollare il candidato di centrosinistra – di riunirsi per valutare la situazione. Oggi il leader 5stelle li sentirà e a quel punto deciderà il da farsi: se continuare a sostenere la candidatura di Ricci o meno.

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Ricci è indagato con altre 23 persone nell’ambito dell’inchiesta “Affidopoli” della procura di Pesaro. Tra gli iscritti anche Massimiliano Santini, l’uomo scelto dall’ex sindaco come collaboratore per gestire social ed eventi. Santini è accusato di aver favorito “la creazione di un rapporto privilegiato tra il Comune di Pesaro e le associazioni culturali Opera Maestra e Stella Polare”, di cui era presidente Stefano Esposto, garantendo l’affidamento diretto a queste associazioni. A sua volta avrebbe ricevuto “dall’associazione Opera Maestra denaro e altre utilità per complessivi 106 mila euro”. Tra gli affidamenti ritenuti illegittimi dai pm – in totale per circa 509 mila euro – ci sono il “cascone” di Valentino Rossi, scultura in piazza D’Annunzio, e il murales dedicato alla senatrice a vita Liliana Segre.

In questo schema, per i pm guidati dal procuratore Marco Mescolini, Ricci aveva “piena consapevolezza che le due associazioni culturali Opera Maestra e Stella Polare erano state ideate e fondate come ‘mero’ veicolo per l’assegnazione di affidamenti diretti e/o contributi pubblici con il conseguente vantaggio economico che ne derivava”, come pure “delle condotte di Santini tese a realizzare le sue indicazioni e della sua modalità di azione all’interno del Comune di Pesaro”. Ricci, dunque, secondo i pm avrebbe consentito a “Santini ed Esposto di ricevere denaro e altre utilità”. Non in cambio di denaro, ma di un beneficio in termini di consenso. Accuse queste sempre respinte dall’eurodeputato dem. “Non c’entro assolutamente nulla”, ha ribadito più volte in questi giorni, come pure davanti ai magistrati.

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