West Nile, altre 3 vittime in Campania e Lazio. Dall’inizio dell’anno sono 7 in Italia. Restrizioni a donazione sangue per 31 province
Una seconda vittima in Campania, la terza nel Lazio. La diagnosi, in entrambi i casi, parla di virus del West Nile, malattia che si innesca dopo la puntura di zanzare infette. Le vittime di questo virus dall’inizio dell’anno salgono a sei (la sesta vittima era in Piemonte). Il livello più alto di allarme è nel Lazio, dove secondo il bollettino diffuso lunedì si sono registrati 16 nuovi casi di positività al virus, di cui 4 con sindrome neurologica e 12 con febbre. Il presidente della Regione Francesco Rocca ha annunciato uno stanziamento di un milione di euro per le disinfestazioni nei Comuni ancora “inadempienti”: “Così nessuno avrà più alibi però ripeto: niente allarmismi, come ho già detto non è il Covid” sottolinea il governatore. “Ferma restando la necessità di avere il massimo di attenzione, non abbiamo una situazione di allarme” aggiunge il presidente della Campania Vincenzo De Luca che precisa che “lo scorso anno abbiamo avuto più decessi di quanti ne registriamo oggi”. Intanto sono state attivate diverse misure di precauzione per evitare la trasmissione per via trasfusionale.: in 31 Province, per esempio, ci sono limitazioni alle donazioni di sangue, da Torino a Lecce, da Oristano a Udice (l’elenco è sul sito del Centro nazionale sangue). Saranno effettuati i cosiddetti “Test NAT” o sarà sospesa per 28 giorni la donazione di chi abbia soggiornato anche solo per una notte nella stagione 2025 nei luoghi indicati.
Le ultime vittime
In Campania a perdere la vita è stato un 74enne di Pomigliano d’Arco ricoverato all’Ospedale del Mare di Napoli dove era stato trasferito per un’emorragia digestiva. Due giorni dopo sono comparsi febbre e stato confusionale, con un quadro clinico aggravato da un’insufficienza renale. Ieri era morto un 80enne di Maddaloni ricoverato a Caserta. Entrambi erano affetti da gravi patologie pregresse. Nello stesso ospedale di Caserta è ricoverato un altro anziano, anche lui di Maddaloni.
La terza vittima nel Lazio un 86enne all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Era tra i primi contagiati nel territorio ed era in terapia intensiva. Da quanto si apprende dalle prime informazioni, anche lui sarebbe stato affetto da diverse patologie pregresse. Ieri era stato reso noto il decesso di un 77enne ricoverato all’Istituto Spallanzani di Roma: era affetto da patologie croniche e aveva subito un trapianto cardiaco. Aveva soggiornato nell’ultimo periodo a Baia Domizia, in provincia di Caserta, dove sono stati confermati nei giorni scorsi altri casi dell’infezione. Un caso è stato accertato oggi anche in Sardegna, a Oristano. Si tratta di un 72enne anche lui con patologie pregresse: viene definito in “condizioni critiche”.
Le contromisure: disinfestazione in parchi pubblici e zone umide
La Regione Lazio ha richiamato l’attenzione sulla necessità di eseguire, unitamente alle Asl, campagne straordinarie di disinfestazione con particolare attenzione ad aree verdi, parchi pubblici, zone umide. “Dal 2008 abbiamo casi autoctoni di febbre da virus West Nile anche in Italia – ha spiegato all’Ansa Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva all’Università di Milano – ma ciò che oggi maggiormente preoccupa è l’individuazione di focolai in zone finora non colpite, come il Lazio”. Va ricordato, rileva, che “il tasso di mortalità è comunque basso e pari ad uno a mille, con un rischio maggiore per i soggetti più fragili, con patologie o immunodepressi. È dunque importante che, a livello individuale, ci sia una consapevolezza della necessità di proteggersi dalle zanzare con repellenti a indumenti adeguati”. Purtroppo, conclude il professore, “siamo ancora in una fase iniziale ed è probabile che con il caldo della stagione estiva anche la propagazione delle zanzare infette possa essere favorita. Per questo, è quanto mai fondamentale che i comuni intensifichino le misure di disinfestazione sul territorio, come già si sta facendo”.
I medici di base: “Pronti a rete di medici sentinella”
La Società Italiana dei medici di medicina generale (la Simg) visto l’aumento di casi autoctoni di arbovirosi come Chikungunya, Dengue e West Nile Virus, “è da subito disponibile – afferma in una nota – a collaborare con l’Istituto Superiore di Sanità per una formazione ad hoc dei Medici di famiglia affinché abbiano delle competenze aggiornate”. “Il medico di medicina generale è il primo osservatore sul territorio – spiega il presidente della Simg Alessandro Rossi – e può intercettare i casi sospetti e avviare rapidamente il percorso di segnalazione e presa in carico. Per affrontare la sfida con efficacia, Simg è pronta a potenziare la propria rete di sorveglianza avvalendosi dell’esperienza maturata con RespiVirNet, il sistema di monitoraggio dell’influenza. Metteremo in campo una rete di medici sentinella formati e certificati, in collaborazione con le istituzioni sanitarie, a partire dall’Iss, con l’obiettivo di garantire una diagnosi precoce e il contenimento dei focolai”. “Il ruolo dei medici di medicina generale è fondamentale per riconoscere subito i sintomi e fare diagnosi precoce, come ha dimostrato anche il recente caso in Emilia Romagna dove la diagnosi è stata fatta proprio da un medico di famiglia. Ogni regione dovrebbe implementare un sistema per rendere capillare la diagnosi, partendo proprio dai medici di medicina generale, che sono le prime ‘sentinellè sul territorio”, afferma Anna Teresa Palamara, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità.