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West Nile, sono adesso tre le vittime: due nel Lazio. E c’è il primo morto in Campania

Le ultime due vittime sono un 80enne di Maddaloni e un 77enne morto all’istituto Spallanzani di Roma
West Nile, sono adesso tre le vittime: due nel Lazio. E c’è il primo morto in Campania
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C’è la prima vittima legata ai casi di West Nile in Campania. Un 80enne di Maddaloni, deceduto all’ospedale “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta. L’anziano è deceduto questa mattina e soffriva di patologie pregresse anche gravi. Il suo quadro clinico era “già compromesso” quando è intervenuta la positività al West Nile. Poco prima era stato reso noto il secondo decesso nel Lazio: si tratta di un uomo di 77 anni morto all’istituto Spallanzani di Roma. Il paziente era affetto da patologie croniche e aveva subito un trapianto cardiaco. Secondo quanto si apprende l’uomo viveva in provincia di Latina e nell’ultimo periodo era stato a Baia Domizia, in provincia di Caserta.

Proprio in Campania, ma questa volta in provincia di Napoli, il prefetto Michele di Bari ha inviato una circolare ai sindaci dei comuni dell’area in merito alle misure individuate nei giorni scorsi dal ministero della Salute, dalla Regione Campania e dalle Aziende Sanitarie Locali per prevenire il contagio. Nello specifico si è sottolineata l’importanza di campagne straordinarie di disinfestazione adulticida e larvicida, soprattutto per quel che riguarda aree verdi, parchi pubblici, zone umide, caditoie stradali e aree a rischio ristagno idrico.

Sul virus si è espresso tramite Facebook Gianni Rezza, già direttore della Prevenzione del ministero della Salute e oggi professore straordinario di Igiene all’università Vita-Salute San Raffaele: “I dati nazionali non mostrano un eccesso di casi rispetto agli scorsi anni, ma si nota una estensione dei focolai che quest’anno, almeno per ora, sono più attivi in alcune zone al Centro-Sud (provincia di Latina, Anzio/Nettuno, provincia di Caserta) rispetto alla Pianura Padana. Le serie storiche degli ultimi anni mostrano un aumento dei casi in agosto e poi una tendenza alla diminuzione già a partire da settembre. Non è una regola, ma è ciò che abbiamo costantemente osservato, e non è detto che possa essere rispettato (in meglio o in peggio) anche quest’estate, considerato i cambiamenti climatici e all’anticipo delle ondate di caldo”.

Per quanto riguarda le previsioni future il professore spiega che “Secondo i Cdc di Atlanta, l’indicatore previsionale più affidabile deriva dal prodotto della densità di zanzare per la prevalenza di positività per il virus (in genere piuttosto bassa nelle rilevazioni eseguite nel nostro Paese) nelle zanzare stesse. Per questo, pur evitando allarmismi generalizzati, è importante continuare a monitorare l’andamento dei focolai e attenzionare le aree contigue (come le Regioni stanno già facendo), rilevando prontamente i casi umani, oltre ad eventuali nuove positività in animali sentinella, serbatoi di infezione e vettori sul territorio nazionale”.

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