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“Appropriazione indebita e relazioni con donne”: sotto inchiesta l’abate del Tempio Shaolin, culla del kung fu

L'abate è stato sospeso dall'incarico, misura che l'Associazione buddista cinese ha dichiarato "sostenere e di appoggiare con fermezza"
“Appropriazione indebita e relazioni con donne”: sotto inchiesta l’abate del Tempio Shaolin, culla del kung fu
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Appropriazione indebita di fondi per progetti e beni del tempio e gravi violazioni dei precetti buddisti, tra cui relazioni con diverse donne e paternità di almeno un figlio illegittimo. Sono questi i reati di cui è accusato Shi Yongxin, 59 anni, abate del Tempio Shaolin dove è nato il kung fu. A comunicarlo lo stesso Tempio con una nota su WeChat, il social network cinese, dopo che voci in merito erano già girare online.

L’abate è stato sospeso dall’incarico, misura che l’Associazione buddista cinese ha dichiarato “sostenere e di appoggiare con fermezza”, aggiungendo che “le azioni di Shi Yongxin sono estremamente cattive e danneggiano seriamente la reputazione della comunità buddista e l’immagine dei monaci”.

Soprannominato il “monaco Ceo“, Shi ha un Master in Business Administration ed è abate dal 1999. Da allora ha trasformato il Tempio Shaolin in un marchio noto in tutto il mondo, nonostante le critiche mosse più volte dai fedeli. Sotto la sua guida il Tempio è diventato un’attrazione turistica oltre che religiosa. Nel 2016, secondo la Cnn, l’abate avrebbe ricevuto un’auto dal valore di un milione di yuan (circa 140.000 dollari), dono del governo locale come ricompensa per aver promosso il turismo. Le accuse su cui stanno indagando le autorità – civili e religiose – non sono peraltro una novità: nel 2015 Shi Yongxin si era trovato coinvolto in un caso molto simile, riguardante sempre appropriazione indebita di denaro e relazioni con alcune donne, ma era stato scagionato due anni dopo.

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