Suicidio assistito a casa, morta a Perugia Laura Santi. L’ultimo messaggio: “Dobbiamo essere noi a decidere”
È morta a casa sua a Perugia dopo essersi auto-somministrata un farmaco letale. La giornalista 50enne Laura Santi era affetta da una forma progressiva e avanzata di sclerosi multipla. Accanto a lei c’era suo marito Stefano, che le è sempre stato vicino anche negli ultimi anni di battaglia sul fine vita: “Dopo anni di progressione di malattia e dopo l’ultimo anno di peggioramento feroce delle sue condizioni, le sue sofferenze erano diventate per lei intollerabili“, ha sottolineato il marito. Il personale medico e infermieristico che ha assistito Laura nella procedura di auto-somministrazione del farmaco utilizzato per il suicidio assistito è stato attivato su base volontaria.
A darne notizia è l’associazione Luca Coscioni della quale la 50enne è stata attivista e consigliera generale. La giornalista aveva avuto il via libera dalla sua Asl di riferimento, l’Umbria 1, il mese scorso dopo due anni e mezzo dalla sua richiesta per l’accesso al suicidio assistito e un lungo percorso giudiziario. Proprio all’Associazione Luca Coscioni Laura ha affidato il suo ultimo messaggio: “La vita è degna di essere vissuta, se uno lo vuole, anche fino a 100 anni e nelle condizioni più feroci, ma dobbiamo essere noi che viviamo questa sofferenza estrema a decidere e nessun altro“, ha scritto nella lettera. “Io sto per morire. Non potete capire che senso di libertà dalle sofferenze, dall’inferno quotidiano che ormai sto vivendo. O forse lo potete capire. State tranquilli per me. Io mi porto di là sorrisi, credo che sia così. Mi porto di là un sacco di bellezza che mi avete regalato. E vi prego: ricordatemi” ha scritto. “E nel ricordarmi – ha proseguito – non vi stancate mai di combattere. Vi prego, non vi rassegnate mai. Lo so, lo so che lo fate già, però non vi rassegnate mai. Non vi stancate mai, anche quando le battaglie sembrano veramente invincibili”. “Sul fine vita sento uno sproloquio senza fine, l’ingerenza cronica del Vaticano, l’incompetenza della politica“, afferma in un altro passaggio della lettera: “Il disegno di legge che sta portando avanti la maggioranza è un colpo di mano che annullerebbe tutti i diritti. Pretendete invece una buona legge, che rispetti i malati e i loro bisogni. Esercitate il vostro spirito critico, fate pressione, organizzatevi e non restate a guardare, ma attivatevi, perché potrebbe un giorno riguardare anche voi o i vostri cari”.
Laura Santi “ha dovuto affrontare un lungo e complesso iter giudiziario, civile e penale, per vedere riconosciuto il diritto ad accedere al suicidio medicalmente assistito”, ha sottolineato l’associazione Luca Coscioni che ha seguito passo passo il suo percorso. Dopo tre anni dalla richiesta iniziale alla Asl, due denunce, due diffide, un ricorso d’urgenza e un reclamo nei confronti dell’azienda sanitaria, “solo” nel novembre 2024 – si legge nella nota – ha ottenuto una relazione medica completa che attestava il possesso dei requisiti stabiliti dalla sentenza 242\2019 della Corte costituzionale e a giugno 2025 la conferma dal collegio medico di esperti e poi del comitato etico sul protocollo farmacologico e sulle modalità di assunzione.