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Bologna annulla il concerto del pianista ucraino Romanovsky: “Filo-russo, si esibì sulle macerie del teatro di Mariupol”

La conferma arriva dal sindaco Matteo Lepore (Pd) che ha risposto a una richiesta del senatore di Azione Marco Lombardo che nella mattinata di lunedì gli aveva sottoposto la questione
Bologna annulla il concerto del pianista ucraino Romanovsky: “Filo-russo, si esibì sulle macerie del teatro di Mariupol”
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Un nuovo caso di censura, questa volta a Bologna, nei confronti di un artista considerato filo-russo rischia di scatenare nuove polemiche in Italia. Questa volta a vedersi annullare un concerto è il pianista ucraino, con cittadinanza italiana, Alexander Romanovsky che si sarebbe dovuto esibire nel capoluogo emiliano il prossimo 5 agosto. La conferma arriva dal sindaco Matteo Lepore (Pd) che ha risposto a una richiesta del senatore di Azione Marco Lombardo che nella mattinata di lunedì gli aveva sottoposto la questione: “La decisione di annullare il concerto di Romanovsky a Bologna da parte del Sindaco Matteo Lepore, Unipol e Musica Insieme è giusta e tempestiva – ha sottolineato Lombardo su X – Da Caserta a Bologna, quando la società civile si attiva insieme alle istituzioni si difende la democrazia dalle ingerenze straniere“.

La colpa di Romanovsky, come ricordato da un post social del Partito Liberaldemocratico di Bologna, è quella di essersi esibito nel 2022 “sulle macerie del teatro di Mariupol, cittadina devastata dagli invasori russi, simbolo della ferocia dei fascio-putiniani” alla presenza di giornalisti e tv russe. Un gesto che venne interpretato come un endorsement in favore di Vladimir Putin e della sua decisione di invadere l’Ucraina.

L’esibizione di Romanovsky, dal titolo Favorite Chopin, avrebbe dovuto andare in scena il 5 agosto ai Giardini di Porta Europa in Piazza Sergio Vieira de Mello, nell’ambito di Cubo Live, rassegna itinerante di spettacoli dal vivo promossa da Cubo, il museo d’impresa del gruppo Unipol. La rassegna fa parte di Bologna Estate 2025, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna. Tra i post di commento alla cancellazione dell’evento, c’è anche quello del leader di Azione, Carlo Calenda: “La cancellazione del concerto di Romanovsky a Bologna è la seconda buona notizia della giornata dopo l’annullamento del concerto di Gergiev. E dimostra che in Italia gli anticorpi contro il putinismo ci sono”.

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