Società

Non solo 19 luglio: son tutti giorni di Borsellino

Sabato, non c'è stata l’antimafia in piazza: ce n’è stata mezza. Vi toccherà, cari giovani, riportarla insieme, e sarà logorante

Bisogna essere a Palermo, bisogna scendere in piazza, bisogna gridare. Questo ora, subito. Ma poi bisogna studiare, bisogna organizzarsi, bisogna crescere. Non per il 19 luglio, ma per tutti gli altri trecentosessantaquattro. Son tutti giorni di Borsellino, nessuno escluso, ciascuno più di quelli precedenti. E questo per i prossimi due o cinque o dieci anni. Fra dieci anni tu ne avrai trenta: o nel fosso o al governo, comunque decisore civile, generazione decisiva: “egemone”, diceva Gramsci (e gli anni vanno su molto in fretta, credete a chi c’è passato).

Il vostro strumento fondamentale non è la fisicità o la barricata (che a volte servono). E’ la comunicazione civile: nel mio arcaico linguaggio, il “giornalismo”. Che non è più giornalismo, ma lo è più di prima; e non per tecnologie o per denari (là ci battono gli stregoni) ma per concezione profonda, attualissima, popolare.E‘ il giornalismo del popolo, cioè di Pippo Fava. E qui non è più lingua arcaica, bensì anticipatrice e concreta. Da studiare.

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Brutto parlare ai giovani, in questo tempo. Non perché siano strani i discorsi, o troppo antichi, o troppo piccoli loro: ci comprendiamo perfettamente. E’ che per la porta socchiusa dovranno passarci loro, attraversare il buio, sfidare i mostri; noi non potremo più aiutarli, là avanti. I nostri insegnamenti, così dolci ora, saranno duri alla prova; chiedono diritti, e dunque lotta; ma non salvatori supremi, non regalìe; ma impegno collettivo e singolo, ordinato, ostinato, passo a passo. E dunque acquisizione, libera e consapevole, di doveri. Il primo e più difficile, è l’unità. Non coi simili e basta, ma proprio coi viandanti. Sabato, tanto per dire, non c’è stata l’antimafia in piazza: ce n’è stata mezza. Vi toccherà riportarla insieme, e sarà logorante. Ma gli altri son troppo vecchi per fare il salto, e dunque dovrete spingerli, possibilmente con le buone.

(Riguarda anche casa mia, ma ne parleremo un’altra volta. Non lo rimuoveremo però, perché si rimuove da troppo tempo. Parola di vecchio lupo dei Siciliani oppure, giacché Biani mi ha arruolato, “parola di scout”).

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Quest’estate cercheremo di rilanciare il nostro tradizionale lavoro redazionale nei suoi vari settori, dalla formazione giornalistica alla routine professionale (inchieste, rassegne stampa, tecniche, testate amiche, rete). I nostri compagni, vecchi e nuovi, contribuiranno con convinzione e impegno. Chi può, si faccia avanti.