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La Germania si avvicina alla Francia nella linea dura contro gli Usa. “Vogliono la guerra? La avranno”

Dopo gli ultimi sviluppi delle trattative, Berlino non esclude più il ricorso ad un'imposta sui colossi Usa del web
La Germania si avvicina alla Francia nella linea dura contro gli Usa. “Vogliono la guerra? La avranno”
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Berlino sta perdendo quella pazienza che sinora l’aveva vista patrocinare una linea “morbida” e dialogante nelle trattative con gli Stati Uniti. A differenza della più combattiva Francia, la Germania aveva sinora sostenuto un approccio prudente e attento a non innescare una spirale di ritorsioni e contro ritorsioni. Tuttavia, di fronte all’insistenza della Casa Bianca nel sostenere una tariffa minima del 15 o 20% su tutto, senza nessun meccanismo di salvaguardia per le case automobilistiche tedesche che producono anche direttamente negli Stati Uniti, la Germania è vicina al punto di rottura.

“Se vogliono la guerra, la avranno”, ha affermato da un funzionario tedesco in una dichiarazione riportata dal Wall Street Journal. Secondo quanto scrivo vari quotidiani, incluso l’autorevole testata tedesca Frankfurter Allgemeine Zeitung, Berlino è ora pronta a schierarsi con la Francia e altri paesi nella stesura di un elenco di tariffe di ritorsione e, soprattutto, nell’attivazione dello strumento anti-coercizione. Il cosiddetto Aci, è l’arma commerciale più potente a disposizione dell’Unione europea. Mai impiegato sinora, permetterebbe a Bruxelles di decidere un’imposta sui colossi web statunitensi. Colpire dove fa più male, insomma. A quel punto però, verosimilmente, si scatenerebbe un’ulteriore contro reazione statunitense, con sviluppi difficili da prevedere. Né che non pare l’Ue abbia previsto.

È un difficile gioco di calcoli ed equilibri che, con il cambio di postura della Germania, lascia l’Italia in una posizione ancora più difficile. Per varie ragioni, inclusa una presunta (e mai suffragata da fatti concreti) vicinanza tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e Donald Trump, Roma ha sostenuto sinora un approccio prudente alle trattativa. Adesso con i due pesi economici massimi europei allineati si trova all’angolo.

“Noi dobbiamo trattare ad oltranza fino a raggiungere una soluzione che sia davvero equa e sostenibile per tutti, nella piena convinzione che una guerra commerciale sarebbe devastante per il nostro continente come per quello americano. Anche perché noi condividiamo con gli Stati Uniti, all’interno dell’Alleanza atlantica, la difesa della libertà e della sicurezza dell’Europa”, ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, dopo aver incontrato, a Berlino, la sua omologa tedesca Katherina Reiche.

L’Unione europea esporta verso gli Usa più beni di quanti non ne importi (503 miliardi di euro contro 347, con un surplus di 156 miliardi), ma rimane il più grande mercato al mondo, anche per gli Usa. Le cifre si riavvicinano se si considerano pure i servizi. L’Ue paga agli Usa 427 miliardi, al contrario gli Stati Uniti comprano servizi dall’Europa per 318 miliardi con un surplus di 108 miliardi. Qui le ritorsioni europee che verrebbero attivate dallo strumento anticoercizione possono fare più male. Quanto ad iter e tempistiche, le contromisure devono essere decise dal Consiglio dei capi di governo Ue a maggioranza qualificati e saranno pronte già per il primo di agosto. L’attivazione dello strumento anti coercizione potrebbe richiedere tempi più lunghi.

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