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Gli Agnelli vogliono vendere pure Iveco. I sindacati “Stanno smontando l’industria italiana dell’automotive”

Tra i possibili acquirenti ci sarebbe la conglomerata indiana di Tata. Il titolo balza in borsa
Gli Agnelli vogliono vendere pure Iveco. I sindacati “Stanno smontando l’industria italiana dell’automotive”
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Voci di cessione per Iveco, il produttore di veicoli industriali che ha come primo azionista la holding olandese Exor, della famiglia Agnelli-Elkann, con una quota del 27%. Tra i possibili acquirenti ci sarebbe la conglomerata indiana di Tata. Né Iveco, né Exor hanno commentato le indiscrezioni circolate oggi ma il titolo è in deciso rialzo in Borsa, segno che i mercati credono all’operazione. Nato nel 1975, il gruppo Iveco vale in borsa 4,5 miliardi di euro e fattura 15 miliardi l’anno, conta 35mila dipendenti che lavorano in una ventina di siti produttivi e centri ricerca. Oltre a Exor, l’azionariato vede quote minori in mano a vari fondi tra cui il 3,7% in mano ad Acadian Asset Management e il 3,6% di Norges Vabk.

“Riteniamo inaccettabile apprendere da indiscrezioni, non smentite dall’azienda, della vendita di Iveco. Lo scorporo di Iveco Defence si confermerebbe quindi un piano preordinato di cessione di una parte importante del patrimonio industriale della nostra Repubblica. Il governo fermi qualunque ipotesi di vendita che metta in discussione gli impianti e i lavoratori di Iveco. La proprietà sta smontando pezzo dopo pezzo l’industria dell’automotive del nostro Paese attraverso una pianificazione di spin-off, cessioni e vendite da Ferrari, alla Marelli, poi Cnh Industrial e ora Iveco”, affermano Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile del settore mobilità e Maurizio Oreggia, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil.

“Rinnoviamo la nostra richiesta di convocazione al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, richiesta che avevamo già avanzato in occasione dello spin-off della divisione Iveco Defence. Le nostre preoccupazioni sul futuro di Iveco e dei suoi 14mila dipendenti (in Italia, ndr) si acuiscono, tanto più che il famigerato sistema delle multe europee incomincia a colpire anche il settore dei veicoli commerciali, a dimostrazione di quanto sia mal concepito e mal gestito il percorso di transizione all’elettrico tracciato dalla Ue”, osserva Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore automotive.

“Stanno smantellando tutto. Giorgia Meloni, dovete intervenire subito sia per capire se Elkann sta effettivamente vendendo agli indiani. In questo caso vanno poste condizioni relative ad occupazione e brevetti attraverso golden power”, scrive sui social il segretario di Azione, Calo Calenda.

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