West Nile, due casi confermati e autoctoni a Latina. Bassetti: “Potremmo chiamarlo anche il virus del Po”
Due casi confermati e autoctoni di West Nile a Latina. Si tratta di due uomini entrambi sui 70 anni, ma non in contatto tra di loro. La certezza dei contagi è arrivata dall’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma. I due pazienti sono ora in cura all’ospedale Goretti di Latina e le loro condizioni non sono preoccupanti. Non è raro che in questa stagione facciano ritorno virus di origine tropicale, anche a causa del cambiamento climatico e comunque secondo alcuni esperti il West Nile ormai in Italia è endemico.
Nel pomeriggio è prevista la cabina di regia della Regione Lazio. “Nessun allarme ma va tenuta alta la guardia. Da qualche anno il virus è endemico nel nord e centro Italia e questi sono i primi due casi endemici qui. Si tratta di due settantenni ricoverati a Latina” ha detto il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. Dopo la task force la Regione “fornirà tutte le indicazioni ai medici di base e ai pronto soccorso perché ci sia una pronta individuazione dei casi, con tutte le procedure che noi normalmente allertiamo quando si verificano casi di questo tipo. Al momento il virus si trasmette prevalentemente tramite puntura da insetto e rarissimi sono i casi da trasfusione. Faremo i controlli previsti dalle linee guida e monitoriamo la situazione con la giusta attenzione”.
Bassetti – “Ormai ci dobbiamo abituare: la West Nile è una malattia che nei mesi estivi evidentemente fa registrare la sua presenza” in Italia. “Ormai non è più il virus del Nilo occidentale, potremmo chiamarlo anche il virus del Po italiano. Ce l’abbiamo e dobbiamo farci i conti in tutto il Paese, da Nord al Centro-Sud. È normale che col caldo di fine giugno e luglio siano proliferate tante zanzare. Poi alcune di loro, infettate da questo virus, hanno portato” alla comparsa di casi autoctoni, nello specifico due 70enni a Latina, non collegati fra loro, da quanto è emerso. Per Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova, questi due casi, già accertati dall’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma, sono la ‘spia’ non di un nuovo corso, ma di un fenomeno ormai consolidato: “Dobbiamo farci l’abitudine – spiega all’Adnkronos Salute – West Nile è un virus che ha fatto la sua comparsa nel nostro Paese ormai da più di 15 anni, diciamo che è endemico. Non mi stupiscono dunque i casi di Latina, ma ce ne saranno molti altri in quest’estate”.
“Le raccomandazioni sono sempre le stesse”, ricorda Bassetti. In primo luogo “un’accurata disinfestazione quando ci sono questi casi”. A livello individuale, invece, è importante “soprattutto cercare di evitare di farsi pungere, usando le zanzariere, usando i repellenti. La West Nile – conclude l’infettivologo – è una malattia che decorre in maniera quasi asintomatica nella maggioranza delle persone, ma in quelle più fragili, più anziane, può dare forme gravi come encefaliti, meningiti, anche potenzialmente mortali o invalidanti”.
I sintomi, la malattia e il trattamento – Trasmesso dalla puntura di una zanzara infetta, il virus West Nile ha un periodo di incubazione media che varia tra i 2 e i 14 giorni. La sintomatologia, spiega l’Istituto Superiore di Sanità, è spesso assente. Solo un 20% dei casi presenta sintomi leggeri tra cui febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. L’innalzamento della temperatura è più basso nei bambini, mentre i sintomi si aggravano per le persone anziane o con problematiche pregresse.
Rari gli effetti neurologici, che colpiscono solo l’1% dei casi (1 persona su 150). Ancor più rari i casi che possono arrivare all’encefalite. Proprio per la sua sintomatologia spesso leggera ai pazienti è solitamente richiesto di stare a riposo e attendere che la malattia passi. Solo nelle situazioni più gravi si rende necessario il ricovero per la somministrazione di fluidi intravenosi e respirazione assistita. Al momento tutte le misure per evitare di entrare a contatto col virus riguardano la prevenzione. In particolare utilizzando repellenti, pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, ma anche zanzariere in casa, e cambiando spesso l’acqua che può rimanere stagnante in vasi di fiori, ciotole per animali o piscinette per i bambini