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“Boeing Air India precipitato, ora s’indaga sulla salute mentale del comandante”

Al vaglio degli inquirenti la salute psicofisica del pilota, come sostiene il Daily Telegraph. Ma nel settembre 2024 aveva superato il test psicoattitudinale
“Boeing Air India precipitato, ora s’indaga sulla salute mentale del comandante”
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Si scava nella vita di Sumeet Sabharwal, comandante del Boeing 787 di Air India schiantatosi lo scorso 12 giugno poco dopo il decollo nella città di Ahmedabad. Lo sostiene il Daily Telegraph, che cita Mohan Ranganathan, uno dei massimi esperti di sicurezza aerea in India: “Diversi piloti della compagnia mi hanno detto che Sabharwal soffriva di depressione e altri problemi di salute mentale, tanto che ha dovuto prendere diversi congedi negli ultimi tre-quattro anni”. Eppure l’uomo, così come il co-pilota Clive Kundar, aveva superato lo scorso settembre il test medico “Class 1”, cioè la valutazione che approva le capacità psicofisiche degli aviatori.

Tutto potrebbe aver avuto inizio nel 2022, dopo la morte della madre di Sabharwal. Lui, pilota con 15.638 ore di esperienza in carriera di cui oltre la metà proprio su velivoli tipo Boeing 787, si era quindi trasferito dal padre 90enne a Mumbai. Una vita come quella di molte persone con genitori anziani, che però presto sarebbe cambiata. “Altri due o tre voli e poi sarò sempre con papà”, aveva detto ad amici e parenti riferendosi alla pensione ormai prossima. La storia medica del pilota è ora al vaglio degli investigatori, mentre l’associazione di categoria “Indian Commercial Pilots” ha risposto con durezza alle supposizioni, chiedendo rispetto per i piloti e le loro famiglie. Resta da chiarire cosa sia davvero successo nei pochi secondi registrati dalla scatola nera, quelli in cui tra i due piloti è avvenuta una conversazione sullo spostamento delle levette del carburante su off. C’è un bollettino della FAA (Federal Aviation Administration) che nel 2018 segnalava il rischio di spegnimento automatico.

Al momento di sicuro c’è solo che i motori del Boeing 787 Dreamliner di Air India sono stati spenti nel momento in cui avrebbero dovuto funzionare al massimo per portare in quota il velivolo. Il rapporto preliminare sul disastro evidenzia che entrambi gli interruttori di controllo del carburante, normalmente utilizzati per accendere o spegnere i motori a terra, sono stati spostati dalla posizione “run” a quella “cut-off” poco dopo il decollo. Più difficile stabilire perché questo sia accaduto. Si batte la pista del gesto volontario dei piloti ma le registrazioni audio degli attimi prima del disastro non sono risolutive, anzi. Un pilota chiede: “Perché hai spento il motore?”, “Non l’ho fatto”, risponde l’altro. Al momento del decollo, il copilota era al comando, mentre il comandante era in osservazione. Inoltre, prima dello schianto, gli interruttori sono stati riportati nella posizione corretta, innescando la riaccensione dei motori. Uno dei due stava recuperando la spinta al momento dell’impatto. Ciò accade però 14 secondi dopo l’inziale spegnimento, un tempo relativamente lungo se si condierà la gravita del problema che avrebbe dovuto attivare una reazione immediata dei piloti. Escluso anche un impatto dei motori con stormi di uccelli mentre il Boeing era in fase di decollo.

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