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Come europei, ci stiamo battendo per un posto in prima fila nelle guerre degli americani

L’adesione alla Nato sta assumendo toni grotteschi. Ogni italiano donerà 1.860,00 euro annui per ingrassare l’industria bellica, in larga parte in mano agli Usa
Come europei, ci stiamo battendo per un posto in prima fila nelle guerre degli americani
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di Carmelo Santangelo

“Quos vult Iupiter perdere, dementat prius”, tradotto letteralmente, significa “a quelli che vuole rovinare, Giove toglie prima la ragione”. Non è un caso che Lev Tolstoj, in Guerra e Pace, usi questa locuzione riferendosi a Napoleone Bonaparte che, nel 1812, ordina l’avanzata in territorio russo.

Che le classi dirigenti occidentali abbiano smarrito la ragione è palese. Lo testimonia la folle corsa agli armamenti basata su una minaccia inesistente e palesemente inventata. Nei giorni scorsi, ad esempio, il mainstream ha bollato come nefasta, indipendentemente dal suo contenuto, la telefonata tra Trump e Putin. Ma da quando il dialogo è diventato pernicioso? I filosofi greci ci hanno insegnato che il dialogo, prima di essere un metodo, è un’esperienza formativa e relazionale che permette all’individuo di comprendere il mondo e costruire un senso condiviso della realtà.

I nuovi maîtres à penser, nani che si credono supereroi perché indossano il mantello della Nato o della Ue (tanto è lo stesso), affermano, con sprezzo del ridicolo, che “con i nemici non si tratta”. Vorrà dire che tratteremo con gli amici! Ma neanche con questi si è disposti a dialogare perché sono “pacifinti”, “apologeti di Putin sostenuti dai nostri nemici e dai loro burattinai in Russia o altrove”. Questi sono i nuovi valori occidentali, degnamente difesi da coloro che ostentano una presunta superiorità morale, comportandosi, nei fatti, come o peggio dei loro rivali.

Per difendere questo nuovo e luccicante assetto assiologico serviranno ben 800 miliardi in armi. E siccome l’Italia è una democrazia seria, non come le altre, la sua quota, da 110 miliardi annui, la spenderà con modalità segretate e in deroga ai controlli della Corte dei Conti. A cosa serviranno tutte queste armi visto che l’Italia non ha purtroppo “tanto onore” da meritarsi “tanti nemici”? La risposta è semplice: compreremo dagli Stati Uniti sia le armi che i nemici. Combatteremo e finanzieremo le loro guerre per consentire loro di continuare a godere di un benessere ingiustificato, che gli permetta di vivere al di sopra dei loro mezzi. Faremo tutto ciò però a condizione che il vicepresidente americano continui a chiamarci “scrocconi”, perché questo appellativo ci rende orgogliosi di essere sovranisti e patrioti.

Ogni italiano donerà 1.860,00 euro annui per ingrassare l’industria bellica, in larga parte in mano agli americani (distraendo tali somme dalla sanità, dalle infrastrutture, dai servizi sociali) in cambio della promessa che gli americani rispettino e facciano rispettare l’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico, che sancisce il principio della difesa collettiva. Ci stiamo battendo, come europei, per avere, anche in futuro, un posto in prima fila nelle guerre scatenate dagli americani. Del resto sono eventi irrinunciabili, considerando che le nostre guerre sono tutte difensive e, soprattutto, in nome di valori non negoziabili.

L’adesione alla Nato sta assumendo toni grotteschi. Se Guzzanti fosse stato al posto di Rutte avrebbe detto: “A Trumpe ricordati degli amici, ricordati di chi ti ha voluto bene, ma che dobbiamo fare di più, t’abbiamo portato l’acqua con le orecchie!”.

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