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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 17:34 del 14 Luglio

Trenitalia, Ponti a La7: “Riceve fiumi di soldi pubblici senza rendere conto a nessuno. Linee sature? Non è vero”

I contribuenti finanziano i treni in ritardo con 15 miliardi all'anno senza garanzie. L'analisi di Marco Ponti
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Perché in Italia i treni sono sempre in ritardo? La risposta è molto semplice e si chiama ‘accountability’: rendere conto. Le ferrovie italiane non devono rendere conto a nessuno perché i soldi gli arrivano comunque: 15 miliardi di euro all’anno tutti i santi anni che Dio manda in terra dalle tasche dei contribuenti. E quindi c’è una cultura purtroppo che non risponde delle disfunzioni”. Sono le parole pronunciate a L’aria che tira (La7) da Marco Ponti, già professore ordinario di Economia Applicata al Politecnico di Milano e responsabile di Bridges Research Trust ONLUS, che si occupa di ricerca sui trasporti.

Ponti spiega: “Un privato che fornisce un cattivo servizio molte volte di seguito finisce per fallire e quindi diventa attentissimo alla qualità di quel servizio. Un soggetto che comunque riceve un fiume di denari pubblici è abituato a non dover rendere conto. Prima è stato il chiodo, poi l’incendio sul prato o duemila altri motivi”.
“Ma allora la soluzione è privatizzare Trenitalia?“, chiede il conduttore Francesco Magnani.
No – risponde Ponti – però i servizi vanno privatizzati, perché non hanno nessuna caratteristica di socialità. Infatti, per esempio, l’Alta Velocità per le merci funziona benissimo in concorrenza. Abbiamo avuto grandissimi vantaggi dalla concorrenza nell’alta velocità. I servizi sono esponibili alla pressione del mercato, le infrastrutture no. Per le infrastrutture occorre un governo più attento ai risultati che, per esempio, faccia pagare caro al management se l’infrastruttura non risponde a standard qualitativi elevati, visto che i soldi non gli vanno”.

Ponti, infine, smentisce che gli attuali disservizi ferroviari siano dovuti a un congestionamento estivo: “La linea non è satura neanche per l’ombra. In Giappone sulle linee d’alta velocità passa un treno ogni tre minuti e se in ritardo di 50 secondi segnalano il ritardo. Quindi è una favola che siano sature le linee. Ritorno al punto: Trenitalia è abituata a non rispondere dei propri risultati – ribadisce – perché è abituata da sempre, e non è colpa dell’azienda, a ricevere comunque un fiume di soldi qualsiasi sia la sua performance. Bisogna trovare modi di regolazione per responsabilizzare maggiormente l’azienda ai risultati che offre ai contribuenti con i soldi che piglia oltre che ai viaggiatori”.

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