Mondiale per Club, il Psg pare invincibile: il Chelsea di Maresca è l’ultimo ostacolo. Luis Enrique: “Questa è la mia idea di calcio”
C’è un trono mondiale da conquistare nella finale in programma stasera allo stadio MetLife di East Rutherford, non lontano da New York: per il Psg di Luis Enrique sarebbe la prima volta in assoluto, sigillo di una stagione straordinaria, forse irripetibile, in cui i Blues parigini hanno conquistato Champions, Ligue 1, Coppa di Francia e Supercoppa. L’ultimo ostacolo per consegnarsi alla leggenda è il Chelsea di Enzo Maresca, approdato all’atto conclusivo grazie a un ottimo stato di forma, un percorso sicuramente più agevole rispetto a quello del PSG e con la spinta determinante, nella semifinale contro il Fluminense, dei gol di Joao Pedro, appena sbarcato nella banda londinese e già protagonista.
Luis Enrique non gira intorno alle parole: “La stagione è stata fantastica ed è importante concluderla nel miglior modo possibile. In questi mesi, abbiamo scritto la storia, ma vogliamo aggiungere un nuovo capitolo. Mi piace il mio lavoro. Mi diverto, soprattutto nei momenti difficili. E’ nelle situazioni complicate che mi sento più a mio agio. So come va il mondo. Sono stato molto meglio nelle situazioni in cui sono stato pesantemente criticato. Questa potrebbe essere la migliore stagione della mia vita da allenatore, ma dobbiamo superare il Chelsea per concludere la nostra missione. Questo Psg rappresenta quella che è la mia idea di calcio: una squadra con undici stelle. Non ne vogliamo solo una, le abbiamo tutte. La vera stella è la squadra. Il Chelsea è un grande avversario. Ho enorme stima di Maresca, propone un bel calcio. Il suo gruppo è composto da giocatori di alto profilo tecnico, capaci di pressare sempre e di non far respirare l’avversario. Si sono classificati quarti in Premier League, hanno vinto la Conference e ora ci sfidano per il titolo mondiale”.
Tra il Psg, che in caso di trionfo americano potrebbe puntare a uno storico “Septete” – i Blues affronteranno il Tottenham a Udine il 13 agosto per la Supercoppa Uefa e a dicembre scenderanno in campo per la Coppa Intercontinentale – e la gloria eterna, c’è il Chelsea di Maresca. “Sono un ammiratore di Luis Enrique, sta realizzando un capolavoro. Il suo calcio è di altissima qualità ed è riuscito a imporre le sue idee. Mi piace guardare il Psg, in questo momento è sicuramente la squadra più forte del mondo, ma noi daremo il massimo per portare a casa questo titolo”. Cresciuto all’ombra di Guardiola, esploso con il successo del Manchester Under 21 e trascinato in Premier il Leicester, Maresca si è imposto a Londra dopo un’annata non facile, tra alti e bassi, in un ambiente non facile, che lo aveva accolto con diffidenza, nonostante gli ottimi trascorsi degli allenatori italiani sulla panchina dei Blues. Enzo non ha mai derogato dai suoi principi di calcio. È anche sotto questo aspetto che va giudicato un allievo di Guardiola e, quindi, un “fratello” di Luis Enrique.
Psg-Chelsea è una finale che conferma la superiorità europea a livello di club e ribadisce l’attuale primato del football propositivo e non speculativo: pressing, corsa, ricerca costante del gol, ripartenze fulminanti. Psg e Chelsea sono un inno alla gioventù: 25,1 anni l’età media dei francesi, 23,4 addirittura i londinesi. La rosa dei campioni d’Europa è valutata 1,12 miliardi di euro, mentre quella del club inglese raggiunge quota 1,26. Il Chelsea è un gruppo sterminato: 45 giocatori, di cui 30 stranieri, con un totale di 24 nazionali. Il Psg è di alto livello in tutti i reparti, mentre il Chelsea ha un portiere assolutamente normale come lo spagnolo Robert Sanchez: è considerato il punto debole dei Blues londinesi. Questa finale, contro un candidato al Pallone d’Oro come Dembélé, reduce da un’annata condita da 36 gol, sarà un test anche per lui. Chi vince, avrà incassato alla fine della giostra un premio da oltre 100 milioni di euro: in un calcio assetato di denaro, una motivazione in più. Non si vive solo di gloria: il money è sempre il money.