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Inter e Milan negano gli abbonamenti a centinaia di ultras “non graditi”: come cambia la gestione delle curve di San Siro

Travolte dall'inchiesta della Procura di Milano, le due società tentano una svolta per la nuova stagione: limitazioni su biglietti e abbonamenti, riconoscimento facciale, addio ai marchi Curva Nord e Curva Sud
Inter e Milan negano gli abbonamenti a centinaia di ultras “non graditi”: come cambia la gestione delle curve di San Siro
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Cambia la gestione delle curve di San Siro. Dopo gli intrecci tra tifo, mafia e criminalità organizzata scoperchiati dall’inchiesta Doppia Curva della Procura di Milano, ora Inter e Milan tentano di dare una svolta. E il primo passo, svelato dal Corriere della Sera, è forte: le due società hanno respinto le richieste di rinnovo dell’abbonamento di centinaia di ultras in quanto tifosi “non graditi” sulla base dei codici etici siglati dai due club. Lo stop all’ingresso allo stadio è stato deciso unilateralmente dalle società e l’elenco dei “non graditi” potrebbe perfino aumentare. Ma non è l’unica limitazione messa in atto da Inter e Milan.

Un cambio di rotta era quanto mai necessario. L’inchiesta ha già portato alle prime condanne pesanti: 10 anni per Andrea Beretta e Luca Lucci, i due ex leader delle curve di Inter e Milan. In carcere sono finiti anche per molti altri capi ultras delle due tifoserie. Le indagini hanno fatto luce non solo sugli affari criminali nelle curve, sul traffico di droga e l’infiltrazione della ‘ndrangheta, sulle violenze e gli scontri. Ma anche su due omicidi avvenuti nell’ambiente ultras – Vittorio Boiocchi e Antonio Bellocco, rampollo dell’omonimo clan – e un tentato omicidio, quello ai danni di Enzo Anghinelli.

La mossa coordinata con Procura e Questura

Dopo i primi arresti a settembre, la Procura di Milano aveva aperto un “procedimento di prevenzione” nei confronti di Inter e Milan, società mai indagate e anzi ammesse come parti civili nei processi, ma che dovevano dimostrare di aver reciso i legami con il mondo ultras. Una svolta che con la nuova stagione deve arrivare a compimento, per evitare che il sistema criminale si ripeta. Le misure, infatti, sono state decise di concerto con la procura diretta da Marcello Viola, il questore Bruno Megale e il Viminale. Gli ultras respinti perché “non graditi” sono i tifosi colpiti in passato da Daspo, il divieto di ingresso allo stadio, ma anche segnalati o sanzionati in modo amministrativo per comportamenti non corretti o per la partecipazione a scontri ed episodi violenti. A questi si aggiungono i nomi emersi nell’inchiesta Doppia curva del pm Paolo Storari della Direzione distrettuale antimafia di Milano.

Le nuove limitazioni a San Siro

Ma la svolta non si limita appunto a questo. Era già stata decisa la “cancellazione” dei marchi Curva Nord e Curva Sud, compreso il divieto di striscioni. Ora si aggiunge lo stop all’ingresso allo stadio e c’è poi un’altra norma introdotta sulla scorta di quanto emerso nell’inchiesta della Dda: il blocco totale alla “cessione” degli abbonamenti ad altre persone per i tifosi del secondo anello blu rossonero (curva Milan) e per quelli del secondo verde (Inter). Vi sono poi altre limitazioni nella gestione di biglietti e abbonamenti, con l’introduzione di un sovrapprezzo per i cambi nominativi negli altri settori. A questo si aggiunge il nuovo piano sicurezza del Meazza con telecamere di riconoscimento facciale ai tornelli che, con le ultime autorizzazioni del garante della privacy, dovrebbe entrare in funzione già all’inizio della stagione.

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