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Strage di Bologna, la Cassazione conferma l’ergastolo per Paolo Bellini. Il Pg: “Realizzato il diritto alla verità”

Per l'accusa fu lui, killer a pagamento e terrorista di destra, a portare o ad aiutare coloro che portarono l’ordigno che provocò la “micidiale esplosione” causando “l’orribile strage”. Bolognesi: "Un cerchio si è chiuso"
Strage di Bologna, la Cassazione conferma l’ergastolo per Paolo Bellini. Il Pg: “Realizzato il diritto alla verità”
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È arrivato l’ultimo verdetto per l’ex terrorista di Avanguardia Nazionale Paolo Bellini, accusato della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 e condannato all’ergastolo in primo e secondo grado. “Un cerchio che si è chiuso” dice il presidente dell’Associazione 2 agosto, Paolo Bolognesi. La Cassazione ha confermato il fine pena mai per l’imputato e resa granitica la ricostruzione – insieme al verdetto anch’esso passato in giudicato su Gilberto Cavallini – sul filo nerissimo che ha collegato l’eversione di destra, la P2 e l’orrore della sala d’aspetto di seconda classe della stazione di Bologna. I giudici della VI sezione della Suprema corte hanno anche ribadito la condanna a 6 anni per l’ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel per depistaggio e a quattro anni per Domenico Catracchia, amministratore di alcuni condomini di via Gradoli a Roma, per false informazioni al pubblico ministero.

IL DIRITTO ALLA VERITA’ – “È passo importante per la piena realizzazione di quel diritto alla verità che spetta non solo alle vittime e alle loro famiglie ma a tutto il popolo italiano su un fatto che ha rappresentato il più grave atto terroristico della storia della repubblica italiana” commenta il sostituto procuratore generale della Cassazione, Antonio Balsamo. Questo che oggi si è concluso “è un processo in cui è stato importantissimo l’impegno di ricerca della verità da parte dei familiari delle vittime che hanno avuto la capacità di trasformare il dolore in coraggio e speranza. Un grande esempio per la nostra comunità nazionale, qualcosa che fa parte della identità collettiva del nostro popolo”. Ricerca della verità a cui ha contribuito la procura generale di Bologna che nel 2017 avocò un’indagine destinata dalla procura all’archiviazione.

LE ACCUSE – Per l’accusa Bellini, killer a pagamento e terrorista di destra portò o aiutò coloro a portare l’ordigno che provocò la “micidiale esplosione” causando “l’orribile strage” così come l’hanno definita i giudici dell’appello. Un verdetto che arriva poco più di un mese dal 45° anniversario della strage e che contribuisce alla ricostruzione in termini più ampi di quella che fu una stagione anche di terrore e depistaggi. Bellini, in questa ricostruzione, si “unisce” definitivamente ai Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini (condannati in via definitiva) e Gilberto Cavallini (condannato all’ergastolo), terroristi finanziati da Licio Gelli e coperti dai servizi segreti.

L’elemento principale a carico di Bellini era un fotogramma di un filmino amatoriale, girato da un turista tedesco a Bologna la mattina del 2 agosto 1980, nel quale si vede un volto riconosciuto dall’ex moglie come quello dell’imputato. L’ex terrorista nero è stato condannato sia in primo che in secondo grado al fine pena mai. I giudici della Corte d’assise d’appello di Bologna che l’8 luglio 2024 avevano confermato il verdetto di primo grado – nelle 421 pagine di motivazioni del verdetto non solo avevano ribadito le conclusioni dei giudici di primo grado ma avevano aggiunto: “È provata, al di là di ogni ragionevole dubbio, la consapevole e premeditata partecipazione attiva del Bellini alla strage di Bologna”. Durante la requisitoria dello scorso gennaio, nel chiedere la conferma dell’ergastolo, il sostituto procuratore generale della Cassazione Antonio Balsamo aveva detto: “Questo giudizio rappresenta una importante occasione per dare attuazione a quel diritto alla verità che ha ricevuto un forte riconoscimento da parte delle Nazioni Unite, della Corte europea dei diritti dell’uomo e della nostra Corte Costituzionale”.

IL MOSAICO DELLE RESPONABILITA’ – Il percorso che ha portato negli ultimi anni a ricostruire il mosaico delle responsabilità dell’eccidio della stazione – quando 85 persone morirono sotto le macerie e tra la polvere e oltre duecento rimasero ferite – è iniziato grazie all’avocazione decisa della Procura generale di Bologna, che scelse di portare avanti un’inchiesta destinata all’archiviazione. Poi, nel corso degli anni, i processi a Cavallini e Bellini e la sentenza definitiva che – lo scorso gennaio – ha condannato il primo all’ergastolo per aver fornito alloggio e un’auto a Mambro, Fioravanti e Ciavardini. Nelle motivazioni di oltre duemila pagine della sentenza di primo grado, redatte dal presidente dell’Assise Michele Leoni, la lettura di un’intera stagione dell’Italia contemporanea, con la convinzione che “quella di Bologna fu una strage di Stato”, che i “Nar” erano “compromessi coi servizi segreti” e “i depistaggi sono stati la regola da piazza Fontana a Ustica“.

LA PARTE CIVILE – “Si è chiuso un cerchio – dice al FattoQuotidiano.it Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione 2 agosto – Adesso c’è un quadro completo, di quello che era un retroscena delle varie stragi. Questo risultato potrebbe aprire altri processi, altre indagini. Mi riferisco all’omicidio Mattarella, a Moro e anche le stragi del 92′ e 93 perché sappiamo che c’è un collegamento con Bellini che è stato archiviato con delle motivazioni particolari”. Il giudice per le indagini preliminari di Firenze, su richiesta della procura, ha chiuso quel filone sostenendo che non ci sarebbero stati legami con la destra eversivi che di fatto erano stati confessati da Bellini stesso.

“La strage è stata organizzata e finanziata dalla loggia massonica P2, protetta dai vertici dei servizi segreti italiani iscritti alla loggia P2 ed eseguita da terroristi fascisti. Questa è una cosa che adesso si può dire ufficialmente e tranquillamente. Questo è un processo che sicuramente non guarda soltanto alle stragi ‘classiche’ fino agli anni ’80, questa va oltre. Bellini è un uomo che ha lavorato con la ‘ndrangheta, con la mafia, e pertanto questo discorso delle stragi si proietta collegandole a quelle del ’92-’93. L’Associazione è servita anche per arrivare alla completa verità”.

“L’esito di oggi è una pagina importante, storica nella giustizia italiana, si arriva dopo 45 anni in via definitiva a comprendere chi finanziò, organizzò e aiutò i terroristi, autori della strage alla stazione ferroviaria di Bologna – commenta l’avvocato Andrea Speranzoni -. La sentenza della sesta sezione della Suprema Corte respinge i ricorsi, conferma le condanne dei tre imputati, primo fra tutti Paolo Bellini, uomo di Avanguardia Nazionale che compartecipò assieme ai Nar e a Terza posizione all’attentato del 2 agosto 1980. Il processo e la sua definitività fanno anche emergere ruoli inquietanti di vertici di apparati dello Stato italiano che coadiuvarono i terroristi, depistarono le indagini e finanziarono finanziarono l’operazione terroristica più grave della storia giudiziaria della storia criminale italiana. Il pensiero va alle 85 vittime, ai feriti e a tutti coloro che non si sono mai arresi e che hanno continuato a cercare contro tutto e contro tutti la verità sui fatti del 2 agosto 1980″.

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