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Pfizergate, la destra presenta una mozione di sfiducia contro Von der Leyen. I partiti italiani per ora si sfilano

L'iniziativa è di un eurodeputato bulgaro di Ecr, stesso gruppo di Fdi a Strasburgo. La vicenda riguarda i messaggi tra la presidente della Commissione Ue e l'ad di Pfizer sul maxi-contratto per i vaccini
Pfizergate, la destra presenta una mozione di sfiducia contro Von der Leyen. I partiti italiani per ora si sfilano
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Il Pfizergate spinge la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen alla prova del voto di fiducia dell’Europarlamento. Non è ancora stato deciso quando si terrà questa votazione, forse già nella plenaria di luglio, ma le premesse tecniche ci sono tutte. A sostegno della mozione ci sono già infatti le 72 firme di eurodeputati necessarie per richiedere la procedura. A presentare il testo è l’europarlamentare bulgaro Gheorghe Piperea che fa parte del raggruppamento dei Conservatori, di cui fa parte anche Fratelli d’Italia e che ha raccolto adesioni anche tra molti eletti come indipendenti. L’accusa nei confronti di Von der Leyen è di mancanza di trasparenza nella gestione degli appalti per i vaccini. In particolare la vicenda ha preso forma sulla scia della richiesta del New York Times di visionare i messaggi tra la capa dell’esecutivo europeo e l’amministratore delegato di Pfizer Albert Bourla, scambiati mentre si stava per chiudere il più imponente contratto sui vaccini anti-Covid. I messaggi non sono mai venuti alla luce e da qui è nato il ricorso del Nyt al tribunale Ue per l’accesso a quelle comunicazioni (che Bruxelles ha lasciato intendere che sarebbero state cancellate). I giudici hanno dato ragione al quotidiano americano e alla sua giornalista Matina Stevis: “Tutti i documenti delle istituzioni dovrebbero essere accessibili”, avevano scritto i magistrati della corte del Lussemburgo, osservando come un semplice “non li abbiamo” non sia una giustificazione valida. Sul caso aveva aperto un’inchiesta anche la Procura europea ma dopo le elezioni europee del 2024 non si è più saputo niente sugli eventuali sviluppi. Tra le accuse ipotizzate “interferenza nelle funzioni pubbliche, distruzione di sms, corruzione e conflitto di interessi”.

Secondo quanto specifica L’indipendente a sostenere la proposta di Piperea sono 32 deputati di Ecr, 23 dei sovranisti di Esn (di cui fanno parte i tedeschi di Alternative für Deutschland), 4 dei Patrioti (il gruppo della Lega) e uno del Ppe, oltre a 14 non iscritti. Sempre L’indipendente ha ricostruito che il capo-delegazione di Fdi Nicola Procaccini ha espresso i suoi dubbi sulla mozione (che infatti gli italiani non hanno firmato). E d’altra parte Meloni ha fatto un vanto del suo rapporto stretto, personale più che politico, con la presidente della commissione Ue. Va peraltro ricordato che a rappresentare l’Italia nell’esecutivo europeo è un esponente di Fratelli d’Italia, Raffaele Fitto. Dal punto di vista procedurale va ricordato che per l’approvazione della sfiducia il quorum è molto alto e che finora tutte le mozioni sono state respinte.

Dal punto di vista politico questa vicenda incrocia le tensioni di questi giorni tra la presidente della Commissione e il gruppo Socialisti e democratici sui temi dei dossier sull’ambiente. Nei giorni scorsi la stessa capogruppo, la spagnola Iratxe Garcia Perez, ha consegnato “un ultimatum” sulla permanenza del gruppo nella maggioranza a sostegno di Von der Leyen, chiedendo una “dimostrazione di fiducia”. La stessa Elly Schlein, che guida il partito che esprime la delegazione più nutrita nel gruppo S&D a Strasburgo, aveva detto che “i nostri voti non sono garantiti”. Pfizergate e dossier green si incrociano ma non si sommeranno. Garcia Perez ha infatti già chiarito che il suo gruppo non voterà la mozione di sfiducia: “In generale – dice – noi non votiamo mai a favore delle proposte dell’estrema destra. Forse bisognerebbe chiedere al Ppe se lo voteranno loro, perché sono loro che votano l’estrema destra”. “Non siamo qui per difendere la Commissione europea – aggiunge -. Siamo qui per difendere i cittadini europei. E quello che vogliamo vedere è che la Commissione europea accetti le nostre proposte”.

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Nella foto in alto | Von der Leyen e Bourla durante una visita ufficiale nella sede di Pfizer a Puurs, in Belgio, il 23 aprile 2021

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